Cronaca

Processo al clan Pesce di Andria, Loconte e l’avvocatessa Favullo condannati in abbreviato

Sei anni, dieci mesi e venti giorni di reclusione per Giuseppe Loconte; quattro anni, dieci mesi e venti giorni di reclusione per l’avvocatessa Tiziana Favullo. Sono le condanne nell’ambito del processo al clan Pesce di Andria e che riguarda le accuse di estorsione, tentata e consumata, e di usura con l’aggravante del metodo mafioso nella città federiciana. Loconte e Favullo sono stati giudicati in abbreviato. L’udienza presso il Tribunale di Bari si è tenuta il 12 luglio scorso. Per Loconte, oltre alla condanna, è stata comminata una multa di 10mila euro, circa 1300 euro per Favullo.

Loconte è interdetto in perpetuo dai pubblici uffici e in stato di interdizione legale durante l’espiazione della pena. Favullo è invece interdetta dai pubblici uffici per la durata di cinque anni. Entrambi sono stati condannati al risarcimento dei danni in favore delle parti civili costituite. Tra queste c’è anche il comune di Andria.

Entra dunque nel vivo il primo grado di giudizio del processo al clan Pesce dopo gli arresti avvenuti tra settembre ed ottobre dello scorso anno e che poi hanno portato alla sbarra i fratelli Oscar Davide e Gianluca Pesce, rispettivamente di 34 e 36 anni, entrambi in carcere dal 29 settembre scorso, Michela Altomare Caldarone, 28 anni, Giuseppe Loconte, 22 anni, Nicolas Nicolamarino, 32enne, e l’avvocatessa Tiziana Favullo, 50 anni. Le accuse di estorsione e usura con metodo mafioso arrivano dal pm della Direzione Distrettuale Antimafia, Daniela Chimienti. 

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