Immagini di assoluta violenza, virali sul web, e che continuano a far discutere a distanza di ore. E’ l’aggressione avvenuta a Locorotondo lo scorso venerdì sera ai danni di un carabiniere. Il militare era intervenuto per sedare le tensioni causate da un uomo di 45 anni in evidente stato di alterazione, e che a torso nudo aveva creato il panico tra corso XX Settembre e piazza Vittorio Emanuele, infastidendo e minacciando diverse persone. Il video ritrae il carabiniere a colloquio con l’uomo, ma dalle parole si è passati presto ai fatti con la furia del 45enne sul militare, quest’ultimo costretto ad arretrare dopo aver ricevuto un colpo al volto. L’aggressore, già noto alle forze dell’ordine, è stato poi fermato dallo stesso militare e portato in caserma. Al momento risulta denunciato a piede libero. L’episodio ha provocato diverse reazioni, in particolare dal mondo della politica e del Governo. «Ferma condanna per la vile aggressione subita a Locorotondo dai componenti di una pattuglia dei Carabinieri – ha detto il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi -. La violenza che colpisce servitori dello Stato impegnati a garantire la sicurezza dei cittadini è assolutamente inaccettabile e non deve rimanere senza conseguenze». «Inaccettabile il senso di impunità che consente a dei delinquenti di picchiare un carabiniere che sta facendo il proprio lavoro, rappresentando lo Stato – ha aggiunto il Ministro della Difesa Guido Crosetto -. Di fronte ad atti così, occorre rispondere con fermezza e dare l’esempio in modo tale che non accada più, applicando la legge con durezza». E poi l’augurio di pronta guarigione al militare aggredito da parte del Presidente della Camera dei Deputati, Lorenzo Fontana: «Quanto accaduto è grave. La mia solidarietà a tutte le forze dell’ordine che operano in prima linea per la tutela della sicurezza dei cittadini». «Solidarietà e vicinanza al carabiniere aggredito a Locorotondo – ha sottolineato il senatore pugliese della Lega Roberto Marti, commissario regionale del partito -. Un vile atto, da parte di un pregiudicato, nei confronti di chi svolgeva il suo lavoro cercando di sedare una rissa. Un’aggressione che va condannata senza se e senza ma».