Rilasciavano titoli di studio e professionali che non avevano nessun valore in Italia ed in diversi casi è stato accertato come fossero totalmente falsi. E’ l’esito di una lunga e complessa indagine effettuata dai comandi provinciali di Bari e BAT della guardia di finanza con il coordinamento della procura della repubblica di Trani che ha portato all’arresto di 9 soggetti, tutti in carcere, con oltre 40 indagati. I reati di cui devono rispondere sono di associazione per delinquere, truffa aggravata, falso materiale, corruzione ed autoriciclaggio. Perno del sistema era la città di Trani anche se l’idea era nata a Reggio Calabria (3 i calabresi arrestati) ed aveva ramificazioni in tutta Italia con oltre 50 punti di contatto. Una singola organizzazione fino al 2021 poi divisa in tre diverse società a causa di litigi interni e proseguita sull’intero territorio nazionale partendo proprio da Trani, Reggio Calabria e Foggia. L’indagine è partita dall’esposto di un cittadino allarmato dopo aver contattato l’Ambasciata di Cipro che aveva confermato l’inesistenza di una sedicente università che aveva emesso un titolo di studio professionalizzante. Il modus operandi, infatti, prevedeva la costituzione di società di capitali all’estero, in particolare Regno Unito, America Latina e Cipro, solo in apparenza abilitate al rilascio di titoli di studio riconosciuti anche in Italia. Le diverse organizzazioni utilizzavano siti internet, pagine facebook e profili whatsapp per pubblicizzare l’attività e i percorsi di studio offerti nonchè per reclutare i potenziali clienti. Successivamente venivano organizzate anche delle vere e proprie cerimonie, in particolare in qualche hotel di Roma, per la consegna di pergamente con loghi, certificazioni e traduzioni giurate nella maggior parte dei casi assolutamente false.
I principali indagati avrebbero creato un polo con base operativa a Trani, ed una “rete” composta da oltre 55 point dislocati su tutto il territorio nazionale. Obiettivo reclutare migliaia di ignari discenti che pagavano circa 8mila euro per conseguire un titolo ed accedere a concorsi pubblici o instaurare rapporti di lavoro. L’organizzazione puntava soprattutto sul settore del sostegno nell’ambito dell’istruzione o sul settore sanitario con corsi per OSS. Fondamentali nelle indagini sono state le intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche. Gli ingenti proventi illeciti generati da questa attività, reinvestiti in operazioni anche all’estero, hanno consentito ai 9 arrestati di avere un tenore di vita decisamente agiato. Parallelamente agli arresti, infatti, ci sono stati sequestri per 10 milioni di euro comprensivi anche di villa con piscina ed auto di lusso, in particolare una Maserati. L’organizzazione avrebbe anche provato a corrompere degli alti funzionari del governo albanese. Tra gli arrestati anche un avvocato.
Diverse le parti lese in questa indagine tra cui c’è il MIUR ed anche l’Università La Sapienza di Roma e molteplici cittadini ignari di aver pagato per titoli non utilizzabili in Italia o completamente falsi. Procura e guardia di finanza fanno sapere che comunque le indagini restano attive per continuare a verificare l’operatività di gruppi attivi sicuramente fino al 2023 anche se il modus operandi potrebbe coinvolgere anche altre realtà in Italia.