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Barletta, 65 anni dal crollo di via Canosa: “58 vite spezzate dalla malaedilizia”

La più grande tragedia non provocata dalla guerra mai accaduta in Italia sino a quel momento. All’alba del 16 settembre 1959 un palazzo di cinque piani, costruito appena un anno prima, crollò in via Canosa, a Barletta, uccidendo 58 dei suoi 71 abitanti. Le indagini successive rilevarono difetti strutturali e fondamenta quasi inesistenti dal momento che l’edificio poggiava sui vecchi muri di un deposito di autobus. I costruttori avevano autorizzato altri tre appartamenti oltre ai 17 previsti dal progetto iniziale. Una tragedia della malaedilizia che scosse fortemente l’opinione pubblica dell’epoca finendo sulle cronache nazionali ed internazionali. Questa mattina il gruppo di lavoro che riunisce le famiglie delle vittime, insieme al Comune, la Prefettura, le associazioni del territorio ed una delegazione studentesca dell’istituto comprensivo “Mennea”, hanno reso omaggio alle 58 vite spezzate dal crollo attorno alla stele che riporta incisi i loro nomi.

INTERVISTA A MINO CANNITO (SINDACO DI BARLETTA)

Il monito che arriva dal passato sia da sprone per la definizione di un nuovo Piano Urbanistico Generale in cui possa trovare sempre meno spazio la cementificazione selvaggia del territorio.

INTERVISTA A NINO VINELLA (PORTAVOCE GRUPPO DI LAVORO SULLA MALAEDILIZIA BARLETTA)

Il dramma di via Canosa venne preceduto dal crollo di via Magenta del 1952 (i morti furono 17) e seguito dal crollo di via Roma del 2011 in cui persero la vita 5 giovani donne. L’impegno delle istituzioni è che Barletta in futuro non debba più vivere altre tragedie della malaedilizia.     

INTERVSITA A MARCELLO LANOTTE (PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE BARLETTA)

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