Sono otto le persone arrestate dai carabinieri del NOE di Napoli, coinvolte in una organizzazione criminale dedita al traffico e gestione illecita di rifiuti. A finire ai domiciliari imprenditori e broker pugliesi e campani accusati di aver trasportato circa 6000 tonnellate di rifiuti, dalla Campania alla Puglia, sversandoli illegalmente e poi bruciandoli tra le province di Foggia, Campobasso e Barletta-Andria-Trani. Gli indagati sono in totale 17.
La vasta operazione, svolta nelle province Foggia, Barletta-Andria-Trani, Salerno e Potenza, è stata coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari. Le indagini, partite nel marzo 2020, hanno smascherato un pericoloso sodalizio criminale responsabile della gestione illecita di ingenti quantità di rifiuti speciali, composti principalmente da scarti industriali e frazione indifferenziata di rifiuti solidi urbani. Tra i siti colpiti spiccano le campagne di Stornara, Stornarella, nel Foggiano, San Martino in Pensilis, in Molise, e una cava dismessa a Minervino Murge (Bat). La raccolta e lo smaltimento avveniva sulla base di un accordo tra imprenditori, broker intermediari e autotrasportatori. Le modalità di smaltimento erano sempre le stesse: i rifiuti venivano raccolti e trasportati con la complicità di una rete di trasportatori, i quali, invece di portarli presso impianti di smaltimento autorizzati, li abbandonavano illegalmente in cave in disuso, terreni agricoli o capannoni abbandonati. La vicinanza della Puglia alla Campania, unita alla conformazione del territorio pugliese, ha favorito il protrarsi di queste attività criminali, permettendo agli indagati di operare indisturbati per mesi. Tra i casi più gravi documentati dalle forze dell’ordine ci sono episodi di sversamento e incendi illegali: il 10 febbraio 2020 a Stornara, un capannone fu trovato stracolmo di rifiuti in balle; il 21 febbraio a Stornarella, furono scoperte 50 tonnellate di rifiuti abbandonati in aperta campagna; il 6 marzo a Contessa di Stornara, rifiuti indifferenziati sono stati dati alle fiamme dopo essere stati abbandonati. Gli investigatori hanno inoltre rinvenuto altre 80 tonnellate di rifiuti a San Martino in Pensilis il 3 aprile 2020 e altre 50 tonnellate a Passo Breccioso di Foggia il 16 aprile dello stesso anno; il 24 aprile 2020 a Stornara, contrada Frangipane, vennero scaricate e date alle fiamme 20 tonnellate di rifiuti della stessa tipologia dei precedenti scarichi. Le indagini hanno svelato una struttura ben organizzata che operava tramite la falsificazione di documenti di trasporto dei rifiuti, indicando siti di smaltimento inesistenti o non autorizzati, permettendo così agli indagati di ottenere un profitto illecito stimato in circa 1,2 milioni di euro. Tale somma è stata sequestrata per equivalente insieme a una società di trasporti di Cerignola e ai suoi beni, tra cui 35 mezzi e una cava dismessa a Minervino Murge, utilizzata come principale sito di smaltimento.