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Andria all’ultimo posto tra le province italiane per numero di laureati tra i 25 e i 49 anni

Andria è la città capoluogo di provincia con l’incidenza di laureati più bassa d’Italia, se messa a confronto con le altre province. E’ quanto emerge da uno studio di Openpolis dal titolo “I divari nell’incidenza di laureati tra i comuni italiani”, in collaborazione dell’impresa sociale “Con i Bambini” su dati che fanno riferimento al 2021. L’elaborato offre un quadro completo della percentuale di laureati per ciascuna città italiana nella fascia d’età compresa tra i 25 e i 49 anni. Andria è l’ultimo capoluogo di provincia con un’incidenza di laureati pari al 16,6%. In alcune città la quota di laureati nella stessa fascia d’età sfiora il 50% del totale: Pavia (49,5%), Bologna (48,3%) e Milano (48%). Invece, in 17 capoluoghi la quota di adulti con laurea non arriva a un quarto dei residenti tra 25 e 49 anni. In 14 casi si tratta di città del mezzogiorno. Le quote più basse sono nei comuni di Prato (20,7%), Trapani (20,5%), Carbonia (20%) e Andria (16,6%).

In Puglia è Lecce il capoluogo con l’incidenza più alta, 37%, sempre in riferimento alla fascia d’età compresa tra i 25 e i 49 anni. Seguono Bari (29,9%), Foggia (24,7%), Barletta (23%), Taranto (22,1%), Trani (21,8%), Brindisi (21,5%), e infine Andria (16,6%). Focalizzandosi invece sui comuni della BAT, Barletta ha il dato più alto, seguita da Trani e Bisceglie (21,7%). Ultimo posto per San Ferdinando di Puglia con l’incidenza pari a 14,9%. Unico comune peggio della città federiciana.

Il dato è stato messo in risalto nei giorni scorsi dall’ex sindaco di Andria Vincenzo Caldarone, di centrosinistra, secondo cui i fattori determinanti del record negativo potrebbero essere, si legge in una nota a sua firma, «la insopportabile migrazione di laureati e di persone preparate che la economia del territorio non accoglie, né valorizza, né utilizza», e poi il «circuito economico che non riesce a modernizzarsi abbastanza, nonostante gli esempi di eccellenza che pur non mancano». Per Caldarone urge sostenere le imprese che voglio espandersi, «sviluppare capacità di attrazione per iniziative innovative, dotare il territorio di infrastruttura tecnologica e servizi», e maggiore «capacità di competere per le risorse e gli investimenti pubblici».

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