Avrebbe ammazzato il suo complice dopo una rapina perchè temeva che volesse diventare un collaboratore di giustizia. Con tali accuse i Carabinieri del Comando Provinciale di Bari hanno arrestato il 37enne bitontino Francesco Colasuonno, accusato dell’omicidio del 33enne Edvin Sadiku, albanese, ritenuto appartenente al clan Cipriano, avvenuto la sera del 3 febbraio 2017.
Il corpo della vittima fu ritrovato nelle campagne tra Binetto e Grumo Appula. Il 37enne, che sarebbe il capo del clan, è accusato di omicidio volontario premeditato, detenzione e porto di armi da fuoco, aggravati dal metodo mafioso. Secondo l’accusa, quella sera Sadiku e Colasuonno si sarebbero resi responsabili di una rapina a mano armata. Poi, una volta raggiunta la campagna, l’indagato avrebbe sorpreso il suo complice sparandogli contro, a bruciapelo, almeno 12 colpi di pistola: ferito in sei punti diversi al collo e alla testa, Sadiku fu raggiunto da altri proiettili quando era già a terra.
La decisione di uccidere Sadiku sarebbe stata assunta per scongiurare il rischio che lo stesso potesse collaborare con la giustizia e rendere dichiarazioni anche su fatti di sangue commessi dai vertici del sodalizio criminale.
L’inchiesta che ha condotto all’arresto di Colasuonno si ricollega ad un’indagine più ampia che ha riguardato il territorio di Bitonto, dove nel dicembre 2017 avvenne l’omicidio per errore dell’anziana Anna Rosa Tarantino, e all’indagine Porta Robustina, che il 4 luglio 2022 portò all’arresto di 25 indagati appartenenti proprio al clan Cipriano.