Rinvio a giudizio per il papà, due fratelli, la sorella e uno zio di Natasha Pugliese, la giovane di 23 anni morta il 4 settembre scorso durante un intervento chirurgico nella sala operatoria della chirurgia toracica del Policlinico Riuniti di Foggia. Il processo prenderà il via il prossimo 21 febbraio. A stabilirlo è stata l’udienza preliminare di oggi, tenutasi nell’aula 5 del Tribunale di Foggia. Il processo sarà celebrato col rito abbreviato davanti al giudice monocratico Gloria Carnevale. Natasha Pugliese era stata ricoverata il 18 giugno in seguito alle lesioni riportate in un incidente accaduto nei pressi dello stadio Monterisi di Cerignola, quando fu investita da un’auto mentre era a bordo del suo monopattino. I familiari della vittima, difesi dall’avvocato Francesco Santangelo, sono accusati di aver aggredito e malmenato, dopo aver appreso del decesso della ragazza, il personale sanitario, costretto a barricarsi in una stanza del reparto per sfuggire all’ira di una cinquantina di persone. Le successive indagini delle forze dell’ordine, coordinate dalla Procura, hanno poi ristretto il cerchio ai cinque indagati. Virale diventò un video girato dagli stessi sanitari immediatamente dopo l’aggressione. Medici e personale hanno intanto deciso di non costituirsi parte civile. Di diverso avviso è stata invece la direzione generale del Policlinico Riuniti di Foggia per due capi di imputazione, ovvero l’ interruzione di pubblico servizio e il danneggiamento di una porta. Intanto si resta in attesa del deposito dell’esito dell’autopsia effettuata circa quattro mesi fa sul corpo di Natasha Pugliese. Venti tra medici e operatori sanitari sono indagati per omicidio colposo in un altro filone relativo all’eventuale colpa medica. Agli indagati si è inoltre aggiunto di recente il giovane che investì Natasha Pugliese.