Tre medici dell’ospedale “Miulli” di Acquaviva delle Fonti sono stati rinviati a giudizio per la morte di un 62enne barese, Paolo de Scisciolo, deceduto nel nosocomio il 23 aprile 2024. Si tratta del direttore del reparto di Gastroenterologia ed Endoscopia, Francesco Decembrino, e dei dirigenti Nicola Castellaneta e Domenica Firenti, che si sono avvicendati nei turni di sevizio durante la degenza dell’uomo.
La decisione è stata presa dal GUP del Tribunale di Bari, Francesco Vittorio Rinaldi, a seguito della richiesta avanzata dal Pubblico Ministero, Silvia Curione, che ha coordinato le indagini. Gli indagati sono accusati di omicidio colposo in ambito sanitario.
Il paziente era stato ricoverato per una colite. Secondo la ricostruzione fatta dalla Procura, nonostante la colonscopia di controllo avesse evidenziato la necessità di sottoporre l’uomo ad un intervento chirurgico, quale unica alternativa possibile, alla luce del fallimento della terapia farmacologica, i medici avrebbero omesso di dare indicazioni in merito all’operazione. L’intervento di “colectomia” venne poi effettuato, ma inutilmente, il 19 aprile, proseguendo il trattamento farmacologico, ma il paziente morì pochi giorni dopo.
Secondo l’ipotesi accusatoria, questo ritardo nell’esecuzione dell’operazione chirurgica avrebbe determinato un progressivo peggioramento del quadro clinico del 62enne, sino all’insorgere di un “magacolon tossico”, grave complicanza dell’infiammazione intestinale, che ne avrebbe determinato il decesso.
La necessità dell’intervento, sempre secondo l’accusa, sarebbe stata nota quantomeno a partire dal 26 marzo, ma l’operazione venne eseguita quasi un mese dopo. Il processo inizierà a febbraio del 2026.