Quale futuro per la Fidelis? Se lo chiedono i gruppi organizzati della tifoseria andriese che hanno voluto esplicitare i propri dubbi con una serie di striscioni apparsi per la città nello scorso fine settimana. Destinatario di quella che è una vera e propria contestazione, il presidente Di Benedetto cui vengono rimproverati non solo atteggiamenti e comportamenti ritenuti inappropriati, ma soprattutto una gestione che poggerebbe in gran parte, sugli introiti da botteghino. Ma al di là di queste considerazioni più o meno confutabili, il quesito sul futuro della Fidelis è degno di considerazione. Il bilancio approvato nei mesi scorsi evidenzia infatti una situazione debitoria elevata: oltre un milione e quattrocentomila euro al 30 giugno 2024 senza alcuna garanzia se non la parola di Di Benedetto. In questo senso il tempismo con cui è stato riorganizzato l’organigramma societario non ha aiutato a generare quella fiducia nella gestione dell’imprenditore trinitapolese che ha dato l’impressione più di prepararsi al peggio che di mostrare quell’apertura che avrebbe potuto avvicinare altri soggetti (il presidente non lo ha mai nascosto) necessari per far quadrare i conti ed ampliare le ambizioni della Fidelis. Gran parte del debito risulta dalle carte persistere nei confronti di agenzia delle entrate ed enti previdenziali ma ci sarebbero anche alcuni fornitori insoddisfatti. Questo è un elemento che, per quanto più contenuto nelle dimensioni, potrebbe far precipitare la stabilità della società che avrebbe già registrato alcuni problemi con i piani di rateizzazione con enti previdenziali e deve prestare attenzione a non provocare reazioni a catena con esiti deflagranti.