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Attualità

ANDRIA | «E’ il momento di rilanciare la gioventù troppo spesso vilipesa e affossata», l’appello dei ragazzi di “Collaudo”

«I campanili sono sempre stati il simbolo, assieme a Castel del Monte, della nostra città. In origine erano stati costruite per difendere la città diventando così delle torri difensive. Con il passare del tempo furono ristrutturate e decorate diventando i campanili che tutti conosciamo oggi. Tuttavia è arrivato il momento di fare suonare forte le loro campane per rilanciare la gioventù di questa terra troppo spesso, a volte non a torto, vilipesa e affossata». E’ l’appello concreto lanciato dai ragazzi di “Collaudo”, Andrea Santamaria Ferraro e Luciano Zingaro che hanno immaginato e realizzato un nuovo spazio sperimentale artistico ad Andria. Primo evento pubblico è stato quello di raffigurare i tre campanili, simbolo della città, in chiave futuristica attraverso un grande banner posizionato sul palazzo della Curia Vescovile in Piazza Catuma ad Andria.

«È necessario che da mere torri di difesa o edifici decorativi si trasformino in mezzi d’assalto – spiegano i due giovani andriesi – Il tempo delle belle parole, dei disperati che vanno via e della autocommiserazione deve finire. Per questo noi regaliamo alla città questi campanili-razzo da utilizzare, ripetiamolo, come mezzi d’assalto per lanciare la nostra sfida generazionale alle stelle. Niente nella storia è mai stato regalato o calato dall’alto ed è per questo che quel futuro tanto agognato va conquistato. Non con le mancette, non con la comprensione bensì con lavoro, con fatica, con sangue e sudore. È necessario unire tutte le energie creative e vitali della città affinché vengano canalizzate per raggiungere un solo ed unico scopo: la bellezza, la natura e l’eccellenza».

«Unite così come la tradizione e il progresso canalizzate in quest’opera – dicono ancora – un’unione coraggiosa nel solco dell’armonia infinita dei contrasti. Noi esigiamo che coloro che vanno via da questa terra non si considerino più fuggitivi perenni o disperati, bensì pionieri pronti a sconfiggere le barriere della frontiera per apprendere nuova conoscenza da riportare qui, nella nostra amata città. Compito complementare a quello che coloro che rimarranno qui dovranno svolgere, in piedi tra le rovine, costruendo quelle basi che permetteranno ai pionieri tornati in patria di poter applicare al meglio quanto appreso. Armonia, bellezza, eccellenza. Noi ci riusciremo, noi non siamo morti e siamo pronti a lanciare la nostra sfida. Per Andria e per l’Italia!».

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