L’ex direttore generale di Asset ed ex commissario per l’emergenza idrogeologica della Puglia, Elio Sannicandro, andrà a processo assieme ad altri 10 imputati, tra cui alcuni imprenditori. Le accuse, a vario titolo, sono di corruzione e turbativa d’asta. In base all’inchiesta della Procura di Bari, il 65enne manager avrebbe ricevuto tangenti per 60mila euro con riferimento ad alcuni appalti per contrastare il dissesto idrogeologico, in favore di aziende del Foggiano.
Nei giorni scorsi la Corte di Cassazione ha annullato intanto l’interdizione di un anno dai pubblici uffici disposta a ottobre del 2023: in teoria Sannicandro potrebbe dunque temporaneamente tornare al vertice dell’Asset, ma sul suo rientro deciderà il governatore Michele Emiliano.
La stessa Corte di Cassazione, nei mesi scorsi, aveva già annullato il provvedimento con il quale erano stati ravvisati, nei suoi confronti, gravi indizi. “Siamo certi pertanto – spiega il suo avvocato Michele Laforgia – che il processo acclarerà la definitiva estraneità dell’ingegnere Sannicandro da qualsiasi ipotesi di reato”.
Con Sannicandro sono stati rinviati a giudizio il giornalista e dipendente Coni Sergio Schiavone, i funzionari della Regione Leonardo Panettieri e Michele Tamborra; i responsabili degli Uffici tecnici di Ordona e Orsara Michele Campanella e Rocco Rossi, gli imprenditori Antonio Ferrara, Bruno Gregoretti, Antonio Di Carlo, Carmelisa Di Carlo e l’ingegnere Donato Coppolella. L’udienza è fissata per il 1° ottobre prossimo davanti alla prima sezione penale del Tribunale di Bari.