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Castel del Monte da risorsa a problema: in 26 anni tanti visitatori ma quale strategia turistica?

L’ultimo episodio di cronaca, in ordine di tempo, è quello del ferimento di un minorenne caduto da un muretto nel tentativo di fuggire da un cane randagio. Ma gli episodi, la sciatteria e le disfunzioni attorno Castel del Monte non si contano più. Un monumento patrimonio dell’Unesco dal 1996, in 26 anni, ha moltiplicato esponenzialmente i visitatori. Parallelamente, però, non ha realmente avuto un cambio di passo in termini di gestione del patrimonio turistico. Anzi. E le cause sono molteplici. Partiamo dall’episodio di cronaca nella giornata del 1 maggio: quei cani sono ai piedi di Castel del Monte praticamente da sempre e generalmente non creano nessun problema ai tanti turisti che giungono al maniero federiciano. Ma può capitare, come ieri, che qualcuno si spaventi della loro presenza e le reazioni sono svariate come quella di fuggire e magari precipitare da uno dei muretti a secco. Il problema è che Castel del Monte dista circa 20 chilometri dal centro abitato di Andria e l’arrivo di una equipe sanitaria, inevitabilmente, ha bisogno di tempo. Quel tempo che in caso di necessità spesso non c’è. Nel periodo estivo qui c’è in genere una postazione aggiuntiva del 118 per alcune ore della giornata. La domanda è perché non si riesce a creare un presidio permanente di forze dell’ordine e sanitario in questo luogo che vede milioni di persone giungere da ogni parte del mondo in qualsiasi periodo dell’anno?

Inspiegabile come inspiegabile è che attorno al maniero federiciano non ci siano bagni se non grazie all’intervento della Protezione Civile regionale che ha installato dei WC di emergenza ormai divenuti permanenti. E’ inspiegabile come esistano enti su enti che devono gestire autorizzazioni su autorizzazioni per muovere anche una sola pietra e poi i cestini per i rifiuti sono pochissimi, non c’è una illuminazione sulla strada provinciale che porta alla base del Castello, non ci sono azioni reali di marketing turistico. Per fortuna c’è però la bellezza di un luogo che esiste da centinaia di anni e che, si spera, resista anche alla miope visione di chi lo amministra in questo tempo.

Aspettiamo con ansia il comunicato della Sovrintendenza di Puglia che ci spiegherà come Castel del Monte sia sempre il monumento più visitato della regione in ogni giornata festiva e non solo. Nello stesso comunicato ci spiegheranno che il numero di persone che arrivano al maniero federiciano è praticamente la somma di coloro i quali giungono poi negli altri 15 monumenti gestiti dalla stessa Sovrintendenza. Peccato però che il Castello sia un luogo completamente ameno rispetto al contesto attorno dove faticano ad esser avviate nuove attività imprenditoriali, non ci sono spazi pubblici realmente attrezzati e sempre aperti per l’accoglienza, così come si attende da anni una riqualificazione della pineta attorno ancora abbandonata a se stessa pur essendoci progetti e finanziamenti. Serve decisamente una scossa nei confronti di Castel del Monte. Qui il turismo deve poter essere una vera e propria risorsa per uno dei luoghi in cui c’è tanta necessità di lavoro e ci sono redditi molto bassi. Un sistema turistico che manca e che rischia di far perdere l’ennesima opportunità al territorio come quella della sfilata di moda della nota maison Gucci. Le proposte sarebbero molteplici e prevedono azioni coordinate e rapide di salvaguardia del bene, in primis, con uno sguardo all’innovazione e con l’aggiunta di importanti iniziative di marketing. Di base ci sarebbe da rendere più facile e coordinato l’accesso alla collina di Castel del Monte, ci sarebbe la necessità di bagni e di gestione del verde, ci sarebbe da creare percorsi ciclabili e pedonali, ci sarebbe da implementare parcheggi, accoglienza, iniziative e collegamenti con la città di Andria. Insomma ci sarebbe da creare il sistema turistico locale ed internazionale per Castel del Monte. Attendiamo fiduciosi.

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