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Centri di eccellenza per l’autismo: i cittadini della BAT alzano la voce ma la politica resta in silenzio

Settantaquatto firme corredano la lettera aperta rivolta ai direttori delle testate giornalistiche con cui professionisti, genitori e semplici sostenitori delle realtà impegnate nella riabilitazione di bambini e ragazzi con disturbo dello spettro autistico esprimono turbamento per quanto accaduto nella Asl Bt sul centro di eccellenza per l’autismo. La ASL BAT è l’unica in Puglia ad aver aperto ai privati la gestione di un centro di eccellenza tra quelli istituiti dalla Regione già nel 2023 con una legge che non aveva trovato attuazione fino ad ottobre scorso quando il consiglio regionale, su proposta del consigliere Filippo Caracciolo, ne aveva approvata una in cui veniva chiesto alle ASL di individuare le strutture entro 30 giorni. Dell’argomento ci eravamo già occupati a novembre scorso quando era stata pubblicata dalla ASL BAT una manifestazione di interesse aperta ai privati al contrario di quanto accaduto per tutte le altre Aziende Sanitarie che invece hanno previsto un potenziamento delle strutture pubbliche. A comunicare a chi sarebbe successivamente stata affidata la gestione nella BAT ci ha pensato il consigliere regionale Filippo Caracciolo che ha spiegato in una nota, il 12 dicembre scorso, cioè il giorno dopo la delibera regionale di individuazione dei centri in Puglia, che dalla manifestazione d’interesse sarebbe emersa l’accettazione della proposta della Fondazione Pugliese per le Neurodiversità di Andria. La Fondazione andriese, su impulso dell’attuale presidente l’avv. Francesco Bruno fratello del Sindaco di Andria Giovanna anch’ella tra i promotori, è stata creata nel 2018 e nel 2020 ha ottenuto dal Comune di Andria, allora sotto gestione commissariale, l’assegnazione gratuita di un suolo su cui costruire un centro per la cura dei disturbi dello spettro autistico. Proprio quest’ultimo è uno degli elementi che hanno destato maggiore perplessità: nella loro lettera i firmatari sottolineano come siano curiose le circostanze in cui è avvenuta questa donazione. La vicenda che si sta delineando – scrivono – lascia sgomenti per la sua opacità e per il complesso intreccio di interessi che sembrano prevalere sul bene comune. Come è possibile che un servizio così delicato, destinato a supportare bambini fragili e le loro famiglie già provate quotidianamente, possa essere gestito con tale superficialità procedurale?
L’avviso pubblico ha avuto una durata irrisoria, -proseguono – manca trasparenza sugli esiti, alla scelta unica in Puglia di preferire un soggetto privato alle strutture sanitarie pubbliche. E non è un soggetto privato qualunque, ma una Fondazione legata alla famiglia della sindaca di Andria. Ciò che più sconcerta – proseguono – è il silenzio assordante della politica. Né la maggioranza né l’opposizione hanno ritenuto di dover intervenire su una questione che coinvolge fondi pubblici per 12 milioni di euro. È tempo che la cittadinanza si riappropri del proprio diritto di sapere e di pretendere una gestione trasparente della cosa pubblica.

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