Si professa innocente, sicuro di poter guidare ancora l’azienda nonostante la misura degli arresti domiciliari a cui è sottoposto da quasi un mese. Michele Cianci non si è dimesso dalla carica di amministratore unico della Barsa. È stato il sindaco Cannito, durante l’assemblea dei soci convocata questa mattina nella sede aziendale, a sollevarlo ufficialmente dall’incarico. Cianci è coinvolto in un’inchiesta giudiziaria della Procura di Brescia con l’accusa di concorso esterno in associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga. Erano attese le sue dimissioni, che invece a sorpresa non sono arrivate. Cianci ha ribadito che le accuse a suo carico non riguardano in alcun modo la gestione di Barsa. L’avvocato barlettano riteneva, dunque, di poter continuare a svolgere il suo ruolo di amministratore unico dell’azienda, facoltà che anche il giudice gli aveva riconosciuto nonostante la misura cautelare imposta. Cianci, collegato da remoto, ha voluto fosse data lettura in assemblea di un suo comunicato, in cui spiega come la sua revoca sia frutto di pressioni politiche e che il suo caso sia paragonabile alla famosa vicenda giudiziaria di Enzo Tortora.
DICHIARAZIONI DI MICHELE CIANCI (AMMINISTRATORE UNICO DI BARSA)
Per il sindaco non esistevano più le condizioni perché Cianci potesse svolgere nel pieno delle sue funzioni il ruolo di amministratore di Barsa. Da qui la revoca dell’incarico, inserita all’ordine del giorno dell’assemblea, votata favorevolmente anche dal collegio sindacale. Una vicenda umana, prima che amministrativa, da cui Cannito si dice profondamente colpito
INTERVISTA A MINO CANNITO (SINDACO DI BARLETTA)
Sarà il collegio sindacale a guidare temporaneamente la Barsa. Cannito fa sapere che è intenzione della sua maggioranza nominare in sostituzione di Cianci un consiglio d’amministrazione a 3 o 5 componenti.
INTERVISTA A MINO CANNITO (SINDACO DI BARLETTA)