Attualità

Commissione ispettiva al Comune di Bari: per il PD “una manovra politica” ma il centrodestra ribatte: “Indagine obbligata”

La decisione del ministro dell’Interno Piantedosi di nominare a Bari una commissione d’accesso ispettiva, per valutare il possibile scioglimento del Comune per infiltrazione mafiosa dopo gli arresti delle scorse settimane, sta provocando reazioni a catena nella politica pugliese e nazionale. Sabato, in piazza del Ferrarese, è in programma la manifestazione “Giù le mani da Bari” con il Partito Democratico e la Cgil che si schierano a difesa del sindaco Decaro e della sua battaglia portata avanti in questi anni con le associazioni e i sindacati contro la criminalità organizzata. Per il Pd e la sua segretaria Elly Schlein ci troviamo di fronte ad una manovra politica a tutti gli effetti per intorbidire le acque alla vigilia delle elezioni amministrative, concetto ribadito con veemenza dallo stesso Decaro nella conferenza stampa di ieri mattina. Dure le parole del sindaco contro il centrodestra, colpevole a suo dire di aver fatto pressioni sul Viminale per ottenere la commissione d’accesso ispettiva. Il gruppo regionale di Fratelli d’Italia smentisce quest’ipotesi ricordando che è la legge ad obbligare il Ministero degli Interni all’indagine sul Comune dopo l’arresto di due consiglieri comunali per voto di scambio con esponenti mafiosi e le infiltrazioni dei clan nella partecipata Amtab finita in amministrazione giudiziale. Diversi Comuni in Puglia sono stati commissariati per molto meno, incalzano da Fratelli d’Italia, ma in quelle occasioni il centrodestra non ha mai accusato Ministri di golpe o peggio di dichiarazioni di guerra. Vicinanza a Decaro è stata invece espressa dal Presidente della Regione. “Stiamo esponendo il sindaco di Bari – ha detto Emiliano – ad un grave pericolo, perché quando la mafia capisce che qualcuno è stato abbandonato dallo Stato e viene strumentalizzato ai fini elettorali, rischia anche la pelle”. Dalla Lega si pretende invece chiarezza su ciò che accade in città soprattutto se ci sono di mezzo aziende pubbliche. Poi l’accusa a Decaro di aver compiuto scelte sbagliate, quanto meno in termini clientelari, non accorgendosi di quello che accadeva sotto i suoi occhi. Questa mattina il primo cittadino di Bari era in testa al corteo antimafia che sfilava a Roma dove ha ricevuto attestati di solidarietà anche dal sindaco Gualtieri e dal fondatore di Libera, don Ciotti.  Decaro ha comunque offerto “piena collaborazione” ai commissari la cui relazione, che potrebbe anche contenere l’ipotesi di scioglimento del comune, potrebbe arrivare dieci giorni dopo il primo turno delle elezioni che si terranno l’8 e il 9 giugno, e quindi nel pieno della campagna elettorale per un eventuale ballottaggio.

Vedi anche

Back to top button