Disperazione di chi ha perso tutto da un lato, burocrazia e tempi d’attesa dall’altro. È la situazione in cui si trovano i 20 condomini che hanno visto crollare le mura all’interno delle quali sono cresciuti e dove abitavano fino a febbraio 2024, quando l’edificio di via Pinto 6, nel cuore del quartiere Carrassi di Bari, è stato dichiarato inagibile, a causa del cedimento di alcuni pilastri portanti ammalorati, per poi implodere su stesso la sera del 5 marzo, esattamente due mesi fa, lasciando solo cumuli di macerie. Una vicenda che è finita con un lieto fine per Rosalia De Giosa, la 74enne estratta miracolosamente viva dopo 26ore sotto i detriti, ma non per i proprietari, presenti ogni giorno per assistere alle operazioni di rimozione delle macerie, iniziate lo scorso 24 aprile. Ma ci vorrà ancora tempo e ora i condomini chiedono a gran voce di poter riavere i propri effetti personali, almeno la parte che è già stata recuperata. Ma la burocrazia parla chiaro: gli oggetti rinvenuti saranno sottoposti ad inventario e solo successivamente, seguendo la legge relativa agli oggetti smarriti, potranno essere restituiti. “È possibile che dobbiamo aspettare tutto questo tempo? Almeno che iniziamo a darci quello che hanno trovato. C’è anche denaro in alcuni casi che ci aiuterebbe in questo momento di difficoltà”. Sono queste le domande e le richieste dei 20 condomini della palazzina di via Pinto 6, che hanno perso tutto.
Vedi anche
Foggia, rifiuti e costruzione di loculi cimiteriali finiscono in tribunale: per i 9 imputati la Procura chiede il rinvio a giudizio. Il Comune è parte civile ma rischia la citazione per danni
5 Dicembre 2025
Emergenza maltempo: i danni, la criticità “rossa” ed il ruolo essenziale di Protezione Civile e organizzazioni di volontariato
5 Dicembre 2025

