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Da lunedì l’eradicazione dell’albero infetto da xylella a Minervino, ma la CIA chiede attenzione per l’azienda provinciale Papparicotta definita “bomba ecologica”

A metà marzo uno dei 1798 campioni vegetali prelevati ed analizzati nell’agro di Minervino Murge da inizio 2025 ha dato, purtroppo, esito positivo riportando dopo alcuni anni un focolaio di Xylella nella BAT. Questo l’ulivo che da lunedì, come da indicazioni dell’Osservatorio Fitosanitario della Regione Puglia, dopo una prima potatura e pulizia già effettuata, sarà eradicato così come le piante per un raggio di 50 metri attorno così come da norme regionali. Ci sarà anche una zona cuscinetto da 2,5km attorno alla zone infetta, mentre le analisi effettuate in un’area attorno di circa 400 metri dalla pianta infetta hanno dato comunque esito negativo.

La Xylella Fastidiosa, in realtà, dopo il Salento è rapidamente arrivata alle porte di Bari e si è scoperto nel corso del tempo come siano diverse le piante attaccate dal batterio che ha però verso gli ulivi una preferenza particolare. Una vicenda che fa tremare i polsi dell’economia dell’intero nord barese che aveva già conosciuto il batterio nel 2020 dopo il monitoraggio all’interno di un vivaio. In quel caso però fu una pianta infetta e non un albero di ulivo. Un allarme quello lanciato ormai sin da marzo dalle associazioni di categoria che chiedono interventi risolutivi e decisi direttamente al Governo nazionale.

Da lunedì l’intervento che tanti avrebbero voluto scongiurare in questo lembo di terra in contrada La Minerva a Minervino Murge caratterizzato proprio dai maestosi ulivi e da una coltivazione attenta e pregiata di olio d’oliva extravergine e non solo. Ma sono tante le criticità su diversi terreni che proprio le associazioni di categoria hanno voluto evidenziare sia per quel che concerne i privati che per le proprietà pubbliche. Una bomba ad orologeria sembra essere l’Azienda Papparicotta ad Andria di proprietà della Provincia BAT ed ormai abbandonata da diverso tempo ma che si estende per oltre 100 ettari tra vigne ed ulivi non curati.

Come si può vedere dal monitoraggio dell’Osservatorio Fitosanitario in realtà non sembrano esserci state verifiche in quello che sarebbe dovuto essere un fiore all’occhiello del territorio per ricerca, sperimentazione e formazione. Almeno così era nato a fine ‘800. L’ultimo atto ufficiale della Provincia BAT su questo bene di sua proprietà risale ad inizio 2025 con l’affidamento del servizio di redazione del piano economico finanziario per la concessione dell’azienda.

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