Sono almeno tre le certezze contenute in una ricerca dettagliata dell’ufficio studi di Confcommercio nazionale dal titolo Demografia d’impresa nelle città italiane. In Puglia la desertificazione delle attività commerciali è meno marcata che nel resto d’Italia ma sta completamente morendo il commercio ambulante che tanto importante è stato negli scorsi anni proprio per il rilancio economico di numerosi centri. Terzo elemento di certezza è l’esplosione di attività di alloggio e ristorazione soprattutto nei centri storici. La ricerca, dati alla mano, ha analizzato l’andamento temporale dal 2012 a giugno del 2024 attraversando, dunque, crisi, covid e la successiva ripartenza.
Al centro nord i dati più drammatici per quel che riguarda i negozi al dettaglio mentre in Puglia e più in generale nel mezzogiorno il crollo delle attività di commercio ambulante. Alcuni dati, nel dettaglio, confermano questa importante escalation: a Trani e Barletta, per esempio, il crollo di imprese di questo tipo supera e sfiora, rispettivamente, il 50%. Crollano del 35% tra Andria e Bari due città che nel commercio ambulante negli scorsi anni hanno costruito gran parte delle rispettive fortune economiche. Stabili ma con numeri comunque contenuti a Foggia e Taranto mentre sono leggermente cresciute le aziende di questo tipo tra Lecce e Brindisi.
Più in generale comunque perse in Puglia, almeno nei capoluoghi di provincia, centinaia di negozi al dettaglio. A subire maggiormente questo calo la città di Foggia con, complessivamente, un -13% paro ad oltre 300 attività commerciali chiuse. Sorte simile per Andria che si ferma al 12,46%, perse 280 attività, per arrivare poi a Barletta (-10,33%), Trani e Bari (oltre 500) con un -9%. Unico capoluogo con il segno positivo è Lecce dove in realtà sono proprio le attività di alloggi e ristorazione e far pendere l’asticella verso l’alto. E da questo punto di vista anche la città di Andria, per esempio, fa un importante balzo in avanti recuperando oltre il 30% di imprese che hanno investito in attività di alloggio o ristorazione. Più contenuti gli aumenti nelle altre città come per esempio a Trani dove si sale del 19%.
Insomma una ricerca in chiaro scuro che però è il sintomo di quanto profondo sia il cambio di abitudini ed approccio al commercio. Proprio da Confcommercio ricordano però che ogni negozio chiuso rappresenta una possibile desertificazione commerciale che renderà sempre meno vivibili i centri cittadini di grandi e piccole realtà.