Dopo 20 anni l’associazione culturale “Michele Fazio”, con sede a Bari Vecchia, in strada Zeuli, chiude definitivamente: ad annunciarlo è stato Pinuccio Fazio, padre di Michele, vittima innocente di mafia il 12 luglio 2001 quando aveva appena 15 anni a causa di un colpo di proiettile vagante che lo colpì alla nuca. Il messaggio è comparso sulla pagina social di Pinuccio Fazio, colui che ha dato via all’associazione che da quel tragico episodio di 23 anni fa ha raccontato in tutta Italia la storia di Michele Fazio, lanciando un monito di legalità alle nuove generazioni. Un impegno che vede in prima fila i genitori della giovane vittima, Pinuccio e Lella Fazio. «Noi soci abbiamo altri progetti e il proprietario del locale ha chiesto l’immediata restituzione dell’immobile da noi affittato – si legge nel messaggio sui social -. Di conseguenza, ciò che accadrà in quello spazio non sarà mai più responsabilità dei soci e della famiglia Fazio. Precisiamo che Pinuccio e Lella Fazio continueranno il loro cammino in ricordo del figlio Michele con don Angelo Cassano e Libera Puglia, e non si occuperanno più dell’eventuale allestimento del Presepe Natalizio. Tutti noi incontreremo autorità, comunità scolastiche, enti del terzo settore e cittadini in altri luoghi». Un messaggio accompagnato da alcune foto significative della sede che ha vissuto diversi momenti emozionanti in questi lunghi anni di attività. A seguito della morte di Michele Fazio il 12 luglio 2001, nel maggio 2005 vennero arrestati tre dei quattro responsabili: Raffaele Capriati, Francesco Annoscia e Michele Portoghese, tutti giovanissimi. Il quarto, Leonardo Ungredda, colui che sparò quel colpo, era stato ucciso in un agguato il 19 agosto 2003.
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