Sta entrando nel vivo la 27esima edizione del Festival Internazionale Castel dei Mondi di Andria. La kermesse teatrale, cominciata ufficialmente venerdì 25 agosto, si avvia a vele spiegate verso il centro della sua ricca programmazione che anche quest’anno punta a stupire e a cercare spunti di riflessione per i suoi spettatori. Lo fa attraverso un programma multidisciplinare che viaggia nel mondo delle arti performative. Non solo teatro ma anche musica, danza, laboratori ed installazioni, come quelle che hanno aperto questa edizione e che terranno compagnia al pubblico per gran parte del festival. “Golem”, dell’artista tranese Dario Agrimi, figura mitica dalle sembianze umane, la cui scultura è posizionata al centro di Piazza Catuma. Un gigante d’argilla che subisce le condizioni atmosferiche, sbriciolandosi o sciogliendosi, all’alternarsi del caldo secco e della pioggia. Una metafora sui danni del cambiamento climatico causato dall’azione umana ma anche sulla precaria condizione dell’uomo nel mondo contemporaneo.
Una critica all’uomo del Terzo Millennio è quella che arriva, sotto forma di provocazione gonfiabile, con “Optional” di Renato Meneghetti, ospitata nella chiesa di Porta Santa. Un gigantesco encefalo costruito in vinile trasparente, che si gonfia e si sgonfia allo scattare di un segnale acustico. Una riflessione artistica sull’uomo moderno, per il quale l’uso del cervello è appunto un Optional. E così appare quasi sempre sgonfio perché non utilizzato, per poi gonfiarsi improvvisamente nelle rare occasioni in cui viene usato.
Il linguaggio dell’arte è anche quello utilizzato da Andrea Cramarossa in “Cosmogonie Incorpo”, la mostra presente da ieri negli spazi del Museo Diocesano. Nasce da uno studio dell’arte performativa attraverso l’opera “Edipo Re” dell’artista austriaco Herman Nitsch. Visioni e forme di comunicazione differenti ed innovative, in linea con in grande tema di questa edizione. Quell’“Overtime” che suona come un invito abbandonare certi schemi e modelli tradizionali della società, aprendosi verso mondi nuovi e inesplorati.
INTERVISTA:
Riccardo Carbutti – Direttore artistico