Lutto cittadino, silenzio e commozione nel giorno dell’ultimo saluto di Foggia ad Hayat Fatimi, la 46enne cuoca, di origini marocchine ma da tempo residente a Foggia, uccisa a coltellate nella notte tra il 6 e il 7 di agosto scorsi, mentre faceva rientro a casa, nel suo piccolo appartamento, un pianoterra di vico Cibele, nel centro storico. Niente corone, un solo mazzo di fiori per accompagnare il feretro, che ad oltre un mese da quell’efferato femminicidio potrà fare rientro in patria. Ad attenderla ci saranno i suoi cari, nell’ultimo saluto all’obitorio del Policlinico Riuniti di Foggia chi, invece, ha avuto modo di conoscerla ed apprezzarla nella sua permanenza a Foggia.
Per la morte della povera Hayat Fatimi è accusato il suo ex compagno, un connazionale, suo coetaneo, rintracciato poche ore dopo a Roma con addosso ancora i vestiti sporchi di sangue. La donna, dopo aver denunciato, era protetta dalla procedura del “codice rosso”. Quella stessa procedura sulla cui efficacia da tempo si è aperta una riflessione. Il Comune di Foggia, intanto, annuncia la costituzione di parte civile nel procedimento.
INTERVISTE:
Latifa Mousaffaq – Presid. Anolf Cisl Foggia
Giulio De Santis – Assessore Legalità Comune di Foggia
Maria Aida Episcopo – Sindaca di Foggia



