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Graziana ed il suo lavoro da psicologa sulla Geo Barents per Medici Senza Frontiere: «Qui salvi vite. Emozione vera la nascita di Ali»

Vite salvate, vite strappate alla morte, vite donate nuovamente alla vita. E’ ancora ricca di emozione la voce della giovane psicologa andriese, Graziana Di Noja, da ormai alcuni mesi impegnata sulla nave ONG di Medici Senza Frontiere nel Mar Mediterraneo. Alla domanda di quale fosse in questi mesi il momento più emozionante lei non ha avuto dubbi. La nascita di Ali (nome di fantasia), il primo nato a bordo della Geo Barents il 7 dicembre del 2022 a pochissime ore dal salvataggio della sua mamma a bordo di un barchino di fortuna alla deriva. Una delle tante storie di chi prova un viaggio disperato per cercare condizioni di vita migliori come ci racconta la stessa Graziana.

Se conoscessero il viaggio a cui vanno incontro, i campi della Libia, il rischio altissimo della navigazione, il tempo che decide per la vita o la morte, probabilmente nessuno farebbe questa che può essere definita una vera e propria follia. Ma le storie si intrecciano e l’esperienza di Graziana al fianco di Medici Senza Frontiere è essenziale nell’equipe a bordo

Solo il 14% dei migranti che si muovono nelle rotte più comuni dal nord Africa verso l’Europa sono salvate da navi di ONG. Un dato molto basso che viene poi completato dal grande lavoro svolto dalla Guardia Costiera Italiana ed anche dai semplici pescherecci. Perché in mare nessuno deve essere lasciato in balia delle onde, una regola vecchia quanto il mondo e sempre attuale. Un’esperienza fortissima che nelle prossime settimane tornerà a coinvolgere in prima persona Graziana dopo aver passato qualche giorno sulla terra ferma.

Ma perché una professionista come Graziana decide ad un certo punto di imbarcarsi in una nave che fa ricerca e salvataggio?

Ce lo spiega lei stessa nell’intervista di Telesveva.

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