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Guerra, caro bollette e carburanti: ora a salire sono anche i costi di pane e pasta. Beffa per consumatori e imprese dopo la pandemia

E’ l’effetto domino del mercato dove la crisi attuale, determinata dalla guerra in Ucraina con l’aggravante dell’aumento delle bollette, si protrae dalle materie prime sino al consumatore. Coldiretti Puglia lancia l’allarme dopo i dati raccolti nel solo mese di febbraio. I rincari energetici di bollette, benzina e gasolio si scaricano sui prezzi del carrello della spesa con aumenti che vanno dal 9% per la farina al 12% per la pasta, 6% per il pesce, 11% per il burro, e ancora dal 7% per la frutta al 17% per la verdura, fino al 20% per gli oli di semi come il girasole importato dall’Ucraina che ha dovuto interrompere le spedizioni. Dati preoccupanti se si pensa che in Puglia oltre l’85% delle merci per arrivare sugli scaffali viaggia su strada. «L’aumento dei prezzi di benzina e gasolio – spiega Coldiretti – ha un effetto valanga sui costi delle imprese e sulla spesa di consumatori con il rischio di alimentare psicosi, accaparramenti e speculazioni». Un aumento dei costi che si allarga all’intera filiera agroalimentare. «Se non si interviene subito – aggiunge Coldiretti – si rischia di far chiudere le attività produttive e distributive essenziali al Paese». Il malcontento rischia di coinvolgere non solo imprese e lavoratori, ma anche gli stessi consumatori che – oltre a dover pagare bollette più salate e gasolio ad oltre 2 euro per litro – ora devono anche far fronte ai rincari per beni essenziali come pane e pasta. Il pane di semola, solo per fare un esempio, ha già superato i 3 euro al chilo. Un chilo di prodotto integrale va oltre i 5 euro. Col balzo in avanti sulle vendite dei pomodori anche la classica focaccia barese è sale di prezzo, non inferiore ai 7 euro al chilo. Una situazione che sembra solo all’inizio. Il momento storico legato ai cari di materie prime e carburanti rischia di diventare la beffa clamorosa dopo le difficoltà giunte con la pandemia. Secondo Coldiretti si tratta del fallimento della globalizzazione. «Ora – aggiungono – servono interventi immediati e un rilancio degli strumenti europei, nazionali e regionali che assicurino la sovranità alimentare come cardine strategico». Coldiretti poi conclude: bisogna «rendere l’Europa e l’Italia autosufficienti dal punto di vista degli approvvigionamenti di cibo».

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