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I medici di base confermano lo stato di agitazione e puntano il dito contro la Regione: “Inerte davanti ai problemi della categoria”

Sono pronti a spegnere le luci dei loro studi in segno di protesta: un’iniziativa simbolica per accendere i riflettori sui problemi della categoria. I medici pugliesi di medicina generale confermano lo stato di agitazione annunciato alcuni giorni fa. Una decisione maturata ieri, nel corso dell’assemblea generale convocata dalla FIMMG, la Federazione Italiana dei Medici di Medicina Generale.

Diverse le questioni al centro della protesta: dalla grande fuga dei professionisti, alle gravi problematiche con cui i medici si confrontano quotidianamente, come carichi di lavoro eccessivi, carenze di personale costi lievitati per la crisi energetica ed i mancati investimenti in ambito sanitario sul territorio.

L’organizzazione sindacale punta il dito soprattutto contro la Regione Puglia, “rimasta inerte di fronte allo stato di crisi più volte evidenziato dalla categoria” – ha dichiarato il segretario regionale della FIMMG, Donato Monopoli.

“La forte spinta legata ai modelli assistenziali innovativi, introdotti con l’accordo integrativo regionale del 2007, è stata nel tempo vanificata – ha ribadito Monopoli – Oggi, con colpevole ritardo, si ricercano soluzioni che appaiono estemporanee ed inefficaci, come quella di assegnare ai medici 1800 assistiti, dequalificando l’assistenza e decuplicando i carichi di lavoro”.

Gli fa eco il presidente della Federazione degli Ordini dei Medici, Filippo Anelli, che denuncia la poca attenzione delle istituzioni nei confronti della categoria. “In questi anni –  ha sottolineato Anelli nel corso dell’assemblea – il Fondo Sanitario Nazionale è cresciuto di 14 miliardi. Altri 15 sono stati previsti dal PNRR ma neanche un euro è stato destinato ai professionisti, ai medici, che sono la spina dorsale del servizio sanitario”.

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