Ora arriva la sfida più grande per la Città di Andria. Ripensare alla propria mobilità. Un territorio da circa 100mila abitanti in cui risultano immatricolate quasi 70mila autovetture avrà il tanto atteso shock da cui dovrà svegliarsi una città completamente diversa specialmente nelle abitudini. Da oggi, infatti, arriva la consegna definitiva dei lavori per l’interramento della ferrovia nell’abitato di Andria e parte il countdown rispetto ai 574 giorni, formalmente, utili per realizzare le opere. Questo significa che già a partire da fine aprile, come annunciato dall’Assessore alla Viabilità della Città di Andria Pasquale Colasuonno, saranno operate le prime chiusure di attraversamenti carrabili. Scelta inevitabile per consentire le opere di scavo che saranno intensificate e che porteranno sulle vie cittadine un gran numero di camion carichi di detriti. Comune e Ferrotramviaria, in coro, ci hanno spiegato che i disagi ci saranno anche se si cercherà di renderli minimi. Ma come indicato nelle ricerche effettuate per la redazione del nuovo Piano Urbano di Mobilità Sostenibile di Andria, se per un attraversamento come via Ospedaletto si contano mediamente al giorno circa 4mila mezzi in sole due ore della giornata con una stima di circa 10mila mezzi al giorno, immaginiamo cosa significherà la chiusura di quell’attraversamento. Spostare 10mila mezzi su altre direttrici che potrebbero esser parzialmente transitabili creerà una grande difficoltà di gestione. Ed allora ecco la grande sfida, la più grande sfida: cambiare le abitudini ora per poter probabilmente beneficiare di grandi vantaggi soprattutto dopo.
Come farlo è piuttosto banale: implementare il trasporto pubblico locale, cercare nuove aree di parcheggio in punti di snodo della città e lasciare le auto a casa utilizzando altri mezzi di trasporto a partire dalle proprie gambe. Impossibile? Può essere, ma crediamo che solo quando ci sono reali shock come quello di lavori di grande impatto come questi in corso, si possano davvero cambiare la cose. Ed un precedente rassicurante c’è già in realtà proprio ad Andria: impossibile immaginare la chiusura delle strade del centro città come via Regina Margherita e viale Crispi, chiusura avvenuta e che ha creato il salotto buono andriese senza più auto. Impossibile immaginare la chiusura di parte di Corso Cavour, anche in questo caso strada interdetta alle auto dopo il grande cedimento di via De Gasperi nel 2011 e zona rifiorita con l’utilizzo solo dei pedoni. Le opere di interramento non dovrebbero finire prima del 2024, se tutto dovesse andare nel verso giusto, dunque ci sono circa due anni per riadattare realmente la mobilità cittadina con uno sguardo reale verso la sostenibilità e verso nuove abitudini. Primo obbiettivo essenziale evitare che 10mila mezzi al giorno debbano esser semplicemente sparsi sugli altri attraversamenti carrabili della ferrovia diminuendoli drasticamente.