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L’estate infuocata della Puglia: da giugno quasi 7mila ettari di vegetazione distrutti dagli incendi

È un’estate infuocata in Puglia e non solo per le temperature roventi del periodo. A rendere la situazione ancor più complicata è ancora una volta la piaga degli incendi, molto spesso di origine dolosa, che stanno devastando il territorio regionale. Una catastrofe ambientale testimoniata dai numeri diffusi dall’associazione Coldiretti, sulla base dei dati Effis, il Sistema Europeo d’Informazione sugli Incendi Boschivi.

Da inizio giugno fino al 10 agosto, sono stati 6.941 gli ettari di vegetazione andati letteralmente in fumo a causa dei roghi estivi. Più di 1.000 quelli registrati in poco più di due mesi, e che collocano la regione al secondo posto in Italia, dietro la Sicilia, per numero di incendi.

È Foggia la provincia più colpita, con ben 4.804 ettari di vegetazione mangiati dal fuoco. Tra gli episodi più gravi registrati questa estate in Capitanata, quello relativo all’oasi di Lago Salso, la riserva naturalistica alla periferia di Manfredonia, dimora di moltissime specie di uccelli. Il 18 luglio scorso, un rogo partito da un canneto, si è esteso in tutta l’area protetta, incenerendo oltre 800 ettari di vegetazione.

Seconda nella classifica regionale – secondo le cifre del rapporto di Coldiretti – la provincia di Taranto, con 890 ettari distrutti dal fuoco. Segue Lecce, con 509 ettari, la BAT con 400 ettari ed infine le province di Bari e Brindisi.

Un danno incalcolabile per l’ecosistema – evidenzia l’associazione degli agricoltori – nonostante gli sforzi di Vigili del Fuoco, Protezione Civile e Forze dell’Ordine, intervenute per arginare le fiamme, che molto spesso si sono sviluppate in vastissime aree di pregio naturalistico, paesaggistico e turistico, oltre che produttivo.

Per ricostituire i boschi ridotti in cenere dal fuoco – secondo le stime – saranno necessari non meno di 15 anni.

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