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LIDL voleva erogare “un contributo di 200mila euro” ma il comune di Andria non ha preso i soldi

Era tutto pronto: la camicia di delibera da sottoporre al consiglio comunale di Andria per approvare, in deroga, l’intervento di ristrutturazione che ha permesso alla LIDL di realizzare quello che a breve sarà un nuovo centro commerciale tra via Trani e via Beatillo era ormai nero su bianco, con tanto di carta intestata del comune. In quel testo, pronto per essere sottoposto alla massima assise cittadina, si legge che il comune di Andria prendeva atto che “LIDL Italia srl con l’istanza in oggetto, si è resa disponibile a corrispondere, oltre agli oneri ritualmente dovuti […] un ulteriore contributo economico straordinario di euro 200.000,00 teso a sostenere la realizzazione di un’opera pubblica;” Non solo: nella bozza si decideva anche di rilasciare i permessi solo dopo che questa somma fosse stata erogata.

Quella bozza di proposta di delibera di consiglio comunale però, non ha mai avuto un seguito. Sorprendentemente, questa proposta non ha mai raggiunto il Consiglio Comunale. LIDL ha ottenuto i permessi necessari attraverso una semplice determina dirigenziale (n. 2182 del 20 giugno 2024). In questo documento, il contributo straordinario di 200.000 euro non viene più menzionato.

La notizia si è diffusa rapidamente tra i consiglieri comunali, specialmente quelli di maggioranza, generando perplessità e domande. Molti si chiedono perché un atto che doveva passare per le loro mani sia stato invece finalizzato senza il loro coinvolgimento.

Nel tentativo di fare chiarezza, abbiamo contattato direttamente LIDL per sapere se la somma fosse stata comunque erogata, magari attraverso canali alternativi ed eventualmente con quali criteri siano stati scelti. La risposta dell’azienda, però, è stata evasiva: “Per policy aziendale non forniamo ulteriori informazioni in merito al procedimento amministrativo oggetto della vostra richiesta.”

Restano inevase, quindi, importanti questioni:

Perché il contributo straordinario è stato omesso dalla determina finale? Chi ha deciso di bypassare il Consiglio Comunale e perché? Se i 200.000 euro non sono stati versati al Comune, sono finiti altrove? Quali sono le implicazioni per la trasparenza e rendicontabilità dell’amministrazione comunale? Perché c’è stato bisogno di una nuova determina nel giugno del 2024 per perfezionare il procedimento amministrativo?

Domande che doveva porre, a tempo debito, la parte politica che invece si è limitata al chiacchiericcio nei corridoi di Palazzo di Città.

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