Era l’auspicio del Presidente Michele Emiliano alla presentazione del progetto del nuovo ospedale di Andria, il cosiddetto policlinico della BAT il 16 luglio del 2021. Da allora e dagli auspici di serrare i tempi per la realizzazione di una struttura che avrebbe servito un territorio molto vasto ci si è sostanzialmente arenati. Ormai due anni per sentirsi dire, nella commissione sanità di ieri, che non si sa ancora dove prendere i fondi che mancano alla realizzazione del nosocomio e soprattutto che il progetto (tra le altre cose vincitore già di numerosi premi) va rivisito sia dal punto di vista architettonico che per la parte dedicata alla didattica.
Insomma il progetto costa troppo e quindi sarà necessario ridimensionare la parte relativa al polo universitario (che avrebbe dato ulteriore lustro e soprattutto avrebbe attratto operatori sanitari d’eccellenza) e modificare le strutture immaginate dall’ing. Tiziano Binini e dall’Arch. Cino Zucchi che avevano vinto l’appalto di progettazione per circa 4 milioni di euro. Il vero problema non sono certo le eventuali modifiche da apportare per un progetto per cui non bastano sicuramente i 140 milioni di euro appostati (visto che per un ospedale molto più piccolo come quello del nordbarese sono già stati appostati 192 milioni di euro), ma probabilmente non basteranno neanche gli ulteriori 150 milioni ipotizzati. Il vero problema è la volontà politica di dare una priorità meritoria per una struttura che doveva rappresentare il riscatto di un territorio sempre più relegato ad appendice anche in una materia come quella sanitaria così importante. Non c’è troppo da aggiungere visto il gap consistente in termini di posti letto e di inevitabile mobilità.
Il susseguirsi di dichiarazioni al miele in cui si continua a sostenere che l’Ospedale è tra le priorità della regione, che i fondi ci saranno e che però bisogna fare modifiche per contenere i costi, appare come una resa all’incedere di tempo e volontà. La beffa però è che in un solo anno, prima di quella presentazione trionfale a Castel del Monte, si era davvero recuperato tanto del tempo perso in passato e si era in piena pandemia da Covid-19. Ora, quando la pandemia non c’è più, il virus diventa una scusa per giustificare ritardi e modifiche. Ci sarà l’ennesima “cabina di regia”, ci sarà qualche nuova commissione che non si riunirà prima di settembre, ci sarà il taglio di valori importanti contenuti nel progetto pensato allora dalla ASL BT ma molto probabilmente non ci sarà un nuovo ospedale.