E’ questo il racconto di come un andriese, Sabino Vilella, capo chef in un ristorante di Londra, sta vivendo in queste ore la morte della regina Elisabetta II. Da 6 anni nel Regno Unito, Sabino sta affrontando con particolare trasporto il lutto di una figura iconica che ha guidato il Regno per oltre 70 anni, certamente più cara ai cittadini oltre manica ma che ha lasciato il segno anche a coloro, come Sabino, che nel Regno Unito hanno trovato una casa. E in questa casa, racconta il giovane andriese, la regina Elisabetta era percepita come una figura protettiva, al pari di una nonna.
Fiori davanti ai cancelli di Buckingham Palace, centinaia di migliaia di persone tra cui famiglie e giovanissimi, troupe televisive giunte da tutto il mondo. Quello che Londra e tutto il Regno Unito stanno vivendo in queste ore non ha eguali nella storia recente. Altre migliaia di persone sono attese nella capitale d’Inghilterra nei prossimi giorni per l’ultimo saluto alla Regina. Il lavoro, per Sabino Vilella e tanti altri lavoratori della ristorazione, proseguirà senza sosta così come prevede l’operazione London Bridge (il piano entrato in azione con la morte di sua Maestà).