Un grosso tumore le stava comprimendo il cervello, rischiando di ucciderla. Un caso disperato e giudicato inoperabile anche per la tenerissima età della paziente, di soli 18 mesi. Ma alla fine il miracolo c’è stato. A compierlo, i medici dell’ospedale “Casa Sollievo della Sofferenza” di San Giovanni Rotondo che, a seguito di una complicata operazione chirurgica, sono riusciti a salvarle la vita.
È la storia a lieto fine di Sesil, una bambina georgiana arrivata in Italia grazie ad un intervento umanitario, autorizzato dalla Regione Puglia. Colpita da un presunto deficit visivo, la piccola era stata sottoposta nel suo Paese ad una risonanza magnetica, il cui esito si era rivelato drammatico: una vasta massa tumorale occupava circa un quarto del suo cervello. Una condizione gravissima, che i medici hanno giudicato non operabile.
Non sono stati dello stesso avviso però i chirurghi dell’ospedale di San Giovanni Rotondo che, dopo aver sottoposto la bimba ad ulteriori esami ed aver valutato tutti i possibili rischi, hanno deciso di intervenire subito per asportare il tumore.
L’operazione, durata oltre 10 ore, è perfettamente riuscita e la piccola è stata dichiarata fuori pericolo. Da un esame istologico, eseguito successivamente, il tumore è risultato essere poi un “astrocitoma pilocitico” di primo grado, un tumore benigno e raro, più frequente nei bambini, con un’incidenza di 1 caso su 200mila ogni anno.
La mamma ed il papà di Sesil, due giovani di 22 e 23 anni, hanno ringraziato la Regione Puglia e tutto il personale sanitario coinvolto in questo salvataggio disperato.
La bimba adesso sta molto meglio: scongiurato il peggio, per la piccola si aprono adesso nuove possibilità di vita. Nei prossimi giorni sarà dimessa, non prima però di aver individuato un centro di riabilitazione di elevata specializzazione, idoneo a proseguire un caso così complesso.