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Attualità

Stadio “Puttilli”, consegnato il verbale dei lavori: ora tocca ai collaudi

Un primo passo c’è ma la sensazione è che la parola “fine” non sia proprio dietro l’angolo. Racconti di inizio anno da via Vittorio Veneto, sede dello stadio Cosimo Puttilli, chiuso al pubblico da maggio del 2015. Sei anni e otto mesi, che Barletta ha trascorso tra cambiamenti di attori politici, di partiti e movimenti di rappresentanza, sindaci e con tanto di arrivo del Commissario prefettizio. Il 14 gennaio l’impresa CMS di Battipaglia, affidataria dell’ultima tranche di interventi, ha intanto notificato il verbale di fine lavori. Un atto che mette un punto sull’esecutività delle operazioni ma apre un’altra fase, forse la più delicata. Quella dei collaudi, con il parere degli enti per il rilascio dell’agibilità dell’impianto.
Altro nodo al fazzoletto, che ormai ha assunto le sembianze di un lenzuolo. “Siamo al 95 per cento dell’opera” sussurrano da Palazzo di Città: mancano l’approvazione del piano sicurezza, i collaudi finali, opere di tinteggiatura, inseminatura prato inglese, manca la copertura della parte di tribuna che ospiterà i disabili e in fase di contratto c’è l’implementazione delle torri faro. L’assenza della politica che possa sollecitare i collaudi, con un’amministrazione commissariata, è un ulteriore potenziale freno. Dovrà essere il commissario prefettizio a interfacciarsi con Settore Lavori Pubblici, Coni, collaudatore, Prefettura, vigili del fuoco, Commissione di Pubblico Spettacolo, tanto per citarne alcuni. Il tutto mentre Barletta vive uno dei periodi più bui della sua storia recente.
Lo stadio Puttilli non è esente da questa oscurità: è costato quasi 5 milioni di euro e da sei anni e mezzo non ospita manifestazioni ufficiali. L’ultima fu un Barletta-Foggia 0-1 del 3 maggio 2015. A fine stagione la squadra di calcio fallì, lasciò il calcio professionistico e affondò in Eccellenza, dove ancora oggi si trova nel tentativo di risalire e costretta a giocare in impianti fuori città – vedi alla voce stadio San Sabino di Canosa – con disagi e spese supplettive per società e tifosi. Da quella data sono passati 350 weekend. In uno di questi il Coni – era il 28 novembre 2017 – pensò bene di inaugurare in pompa magna e alla presenza dell’ex ministro dello sport Luca Lotti la pista di atletica dedicata a Pietro Mennea. Taglio del nastro, foto di rito, post di esaltazione e autoesaltazione e poi tutti a casa. Sono passati più di 4 anni. Sono cambiate le amministrazioni ma il “Puttilli” no, è rimasto lì come un memoriale degli errori che la lentocrazia e le mancate competenze possono comportare. Cambiando volto all’interno e restando però chiuso al pubblico. Il tutto mentre il denaro – anch’esso pubblico – è stato sperperato tra finanziamenti persi, fondi Cipe acquisiti e utilizzati per le varie perizie di varianti, impianti di videosorveglianza da rifare e detriti da smaltire. Ora siamo sul rettilineo finale, sembra: la speranza è che non ci siano ostacoli inattesi a rallentare ancora il percorso.

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