Sono stati arrestati a Taranto un boss della criminalità locale, 69enne soprannominato “zio Mimmo”, ed un altro soggetto di 41 anni, finiti entrambi in carcere per una violenta aggressione nei confronti del titolare di un centro scommesse tarantino e del genero il 26 agosto scorso. Un’aggressione che sarebbe nata nell’ambito di alcuni prestiti a strozzo che il boss aveva concesso alla vittima. Ai domiciliari, invece, è finita la moglie del 69enne. Le accuse sono di usura, estorsione e tentato omicidio. Complessa l’attività investigativa della Polizia di Stato partita proprio a seguito di quell’aggressione ripresa dalle telecamere di sorveglianza del centro scommesse. Dopo una iniziale paura di ritorsioni, le due vittime del pestaggio hanno raccontato la proprio versione, facendo venire alla luce la situazione delicata in cui era incappato il titolare dell’attività. L’uomo da tempo era finito nella rete dei prestiti a strozzo. Inizialmente tutti gli accordi sulla restituzione del denaro erano stati rispettati, con altissimi tassi di interesse. Ma poi qualcosa è andato storto. Il boss tarantino, nel frattempo finito in carcere nell’ambito di una operazione antimafia, ha lasciato alla moglie l’incarico della riscossione dei prestiti. Una volta uscito, è piombato subito sulla vittima chiedendo 100mila euro in contanti, senza tener conto di precedenti pagamenti che l’indagato aveva già ricevuto ma di cui diceva di non sapere nulla. Davanti all’ennesima resistenza del titolare del centro scommesse il 69enne, assieme al 41enne, ha aggredito la vittima ed il genero: prima gli schiaffi, poi in piedi su una scrivania, avrebbe colpito la vittima con un oggetto infierendo con due calci al volto e al cranio. Tutto ripreso dalle telecamere. Per il boss tarantino e il suo complice si sono aperte quindi le porte del carcere. Pesanti le accuse, usura ed estorsione, mentre il tentato omicidio potrebbe tramutarsi nel reato di lesioni.
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