È stato condannato a 30 anni di reclusione l’assassino di Edvin Sadiku, il 33enne albanese ucciso il 3 febbraio 2017, nelle campagne tra Binetto e Grumo Appula. È questa la sentenza pronunciata dal GUP del Tribunale di Bari, Vito Rinaldi, al termine del processo celebrato con rito abbreviato, nei confronti del 38enne bitontino Francesco Colasuonno, accusato di omicidio volontario e detenzione e porto di arma da fuoco, con le aggravanti della premeditazione e dell’aver agevolato un clan mafioso.
L’uomo venne arrestato dai carabinieri del Comando provinciale di Bari nel dicembre 2024, al termine delle indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo, e andate avanti per più di sette anni.
Secondo la ricostruzione fatta dagli inquirenti, la sera dell’omicidio vittima e assassino (ritenuti entrambi affiliati al clan Cipriano di Bitonto) si sarebbero resi responsabili di una rapina a mano armata. Poi, una volta raggiunta una zona di campagna, Colasuonno avrebbe sorpreso il complice, sparandogli a bruciapelo almeno 12 colpi di pistola. Ferito in sei punti diversi, al collo e alla testa, Sadiku venne poi centrato da altri proiettili anche quando ormai era già a terra.
Alla base del delitto, il timore che il 33enne albanese potesse diventare un collaboratore di giustizia, e rendere dichiarazioni relative anche ad altri fatti di sangue commessi dai vertici del gruppo criminale bitontino, di cui Colasuonno rappresenterebbe, secondo gli inquirenti, un elemento di spicco.
Oltre alla detenzione, l’uomo è stato anche condannato a risarcire le parti civili costituite, i familiari della vittima e la Regione Puglia, nei cui confronti sono state disposte provvisionali di poco inferiori ai 450mila euro.



