Due giorni fa, ad Andria, il più grande sequestro di armi mai avvenuto in Italia. Di Andria (almeno per ora) l’unica persona coinvolta in questa vicenda dai contorni ancora tutti da definire.
L’epocale avvenimento che ha portato la città federiciana alla ribalta delle cronache nazionali, non ha tuttavia riscosso alcuna attenzione da parte della politica cittadina e delle sue istituzioni: nessuna riflessione da proporre, neanche il minimo sindacale dei complimenti alle Forze dell’Ordine per il lavoro svolto.
Il ritrovamento avvenuto ad Andria ha la sua matrice nelle indagini della Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce, è passato per le mani della Squadra Mobile della Questura di Bari ed ha completamente scavalcato i livelli territoriali dei presidi di sicurezza.
“Il territorio della Bat è in mano alle mafie” ha tuonato solo qualche settimana fa il procuratore capo di Trani Renato Nitti. I silenzi e i “non so nulla” rappresentano il terreno fertile su cui le mafie proliferano.
Tra non molto, si spera entro giugno, quando saranno passati esattamente 17 anni dall’istituzione della provincia di Barletta Andria Trani, dovrebbe essere inaugurata la Questura che è stata allocata proprio ad Andria: una struttura che dovrebbe dare gli strumenti necessari a questo territorio per combattere le tante problematiche che fanno vivere i cittadini in una percezione perenne di stato di insicurezza. Ma per quanto gli strumenti possano essere determinanti, sono sempre le persone a fare la differenza. E il silenzio di questi giorni ha tutte le caratteristiche dell’indifferenza.