È una vergogna per tutto il territorio pugliese ed in particolare della BAT lo stato di abbandono in cui versa l’ormai ex Opera “Bonomo” ai piedi di Castel del Monte ad Andria. Una struttura che per oltre 20 anni tra gli anni ’50 e ’70 ha donato speranza, formazione e generosità grazie alla famiglia Bonomo e che oggi, a quasi 50 anni di distanza, è chiusa, svuotata di ogni bene e completamente vandalizzata. Le immagini dell’interno della struttura sono impossibili anche da commentare. Sono ormai circa due anni, infatti, che a seguito del taglio dell’energia elettrica e della vigilanza, tutte le palazzine che facevano parte del grande complesso dell’Opera “Bonomo” prima e del “Centro Ricerche Bonomo” dopo, sono completamente vandalizzate. Del teatro da oltre 500 posti a sedere (luogo che manca in una città come Andria per esempio), non resta più nulla con ormai un continuo portar via tutto quello che c’era all’interno. Nella palazzina che ospitava il dormitorio la devastazione più completa. I vandali o meglio chiamarli con il loro nome e cioè i ladri, hanno portato via non solo i servizi igienici ma anche le stoviglie acquistate tanti anni fa per permettere la mensa di coloro i quali erano ospitati nella struttura. La palazzina che ospitava il Centro Ricerche non ha ormai più nulla al suo interno. Restano i macchinari distrutti, i libri ed i faldoni lasciati in un’aurea di tristezza profonda tra aule, stanze di ricerca o presidenza, in cui sono ancora visibili i segni di una normalità ormai completamente perduta.
Difficile parlare della parte esterna in cui ci sono ormai solo i segni dei campi da tennis, basket e pallavolo oltre che di un anfiteatro mentre quello che fortunatamente non manca sono le targhe ricordo ai benefattori e cioè la famiglia Bonomo, che aveva dotato Andria di un luogo di cura per i bambini nel centro della città (poi diventato l’attuale Ospedale Civile) e poi alle pendici del Castello l’intero territorio di una struttura dedicata alla formazione ed alla salvaguardia di orfani o figli di famiglie particolarmente disagiate. Una delle opere che hanno segnato un’epoca e che grazie alle risorse investite dalla famiglia Bonomo ha dato speranza e futuro a tanti ragazzi e ragazze. Ma dal 1978 è cambiato tutto. La struttura passa alla Provincia di Bari per farci proprio un centro di ricerca in agricoltura. Un luogo che però è ben presto divenuto un peso per l’ente tra poche idee, poca ricerca e praticamente nessuna strategia futura. Il passaggio nel 2009 alla Provincia BAT è forse il colpo di grazia. Un vaggito attorno al 2015 quando poi il Centro Ricerche nonostante diversi progetti avviati chiude. In un territorio che vive di agricoltura non si è stati in grado di preservare un luogo di ricerca che probabilmente sarebbe stato fondamentale, per esempio, nella lotta alla xylella o al coleottero che sta distruggendo le pinete. Chiusa però l’era del centro ricerche si passa all’idea di un ostello assieme a spazi dedicati all’accoglienza. Vinto un finanziamento da oltre 3 milioni la Provincia non riuscì a produrre un documento relativo alla certificazione della staticità sismica dell’edificio che avrebbe dovuto accogliere 96 posti letto. Termini scaduti nonostante la conclusione anche del bando per le opere mai partite. Poi l’arrivo a due anni fa quando si arriva alla decisione, scellerata, di tagliare energia elettrica e vigilanza. Ora qui resta solo abbandono ed una vergogna per l’ennesima occasione della politica di dettare scelte strategiche fondamentali per il futuro del territorio. Un luogo che sarebbe potuto essere un fiore all’occhiello ed un punto di riferimento per tutta l’alta murgia alle pendici di Castel del Monte, maniero federiciano visitato ogni anno da 300mila persone e che da sempre sconta proprio l’assenza di punti di riferimento nel deserto gestionale e politico attorno.



