E’ una vicenda piuttosto complessa quella che coinvolge i 23 lavoratori della cooperativa Nova Apulia che da novembre scorso sono a casa protetti solo dagli ammortizzatori sociali. Stamane la prima protesta davanti a Castel del Monte, uno dei beni in cui la cooperativa operava sino allo scorso anno per conto del Polo Museale di Puglia. Il problema non risiede in realtà nella pandemia da Covid-19 ma da una sentenza della Corte dei Conti che ha ritenuto illegittima la proroga della concessione da parte del Polo Museale pugliese dei servizi di biglietteria ed accoglienza alla cooperativa. Da ottobre scorso, quindi, è stata revocata in autotutela la concessione e la cooperativa, a marzo, ha preannunciato i licenziamenti. Ma del nuovo bando dei servizi aggiuntivi museali e delle biglietterie in concessione non c’è al momento traccia. Un problema che coinvolge, come detto, almeno 23 dipendenti che operavano a Castel del Monte ed al Castello di Trani nella BAT ma anche al Castello Svevo di Bari o ai Parchi archeologici di Monte Sannace ed Egnazia sino al Museo Nazionale Archeologico Marta di Tarano.
La richiesta dei lavoratori è semplice: tornare a poter operare con passione e professionalità dopo essersi formati ed aver, per oltre 20 anni, costituito un baluardo nell’accoglienza turistica.
Per la CGIL è piuttosto paradossale che, in un momento in cui c’è bisogno di rilanciare l’offerta turistica, non vi sia una adeguata accoglienza nei siti pugliesi. Anche perché si rischia di avere difficoltà di aperture degli stessi beni del Polo Museale a causa delle risicate risorse umane a disposizione della Soprintendenza. Al momento, ci spiegano dal sindacato, non c’è ancora un bando di concessione ma la richiesta non può che esser quella di pensare a forme di garanzia per i 23 lavoratori come clausole sociali o eventualmente internalizzazioni nella società Ales in house della Soprintendenza.