Sul corpo sono stati rilevati diversi segni. Da accertare se questi siano compatibili con possibili violenze e quindi con l’ipotesi di omicidio. Saranno necessari ulteriori esami preliminari, per stabilire con certezza le cause della morte di Carmela Gattulli, la donna di 93 anni trovata senza vita, nel pomeriggio di giovedì 8 febbraio, all’interno della sua abitazione, al civico 3 di via Giuseppe Romita, periferia di Ruvo di Puglia.
L’autopsia, cominciata sabato scorso ed eseguita dal professor Antonio De Donno dell’Istituto di Medicina Legale del Policlinico di Bari, è stata sospesa in quanto si sono resi necessari accertamenti preliminari prima di terminare i prelievi autoptici, che riprenderanno nei prossimi giorni.
Sulla vicenda è stato aperto un fascicolo d’inchiesta da parte della Procura di Trani, al momento a carico di ignoti, per il reato di omicidio. Il quadro investigativo resta piuttosto complesso. Gli inquirenti possono contare, per ora, solo sui rilievi eseguiti in casa dai Carabinieri della Sezione Investigazioni Scientifiche il giorno del ritrovamento del cadavere, oltre che sui filmati delle telecamere di sorveglianza della zona, al vaglio dei militari dell’Arma.
Nei giorni scorsi sono state ascoltate le tre figlie della vittima, tra le quali una signora affetta da disabilità psichica, che viveva con lei e con la badante che si prendeva cura dell’anziana. È stata proprio quest’ultima a dare l’allarme, giovedì scorso, allertando i familiari. Ai Carabinieri la donna avrebbe raccontato che la 93enne, da tempo allettata, avrebbe avuto una improvvisa crisi respiratoria, fino a quando non è deceduta. Una ricostruzione che, tuttavia, non convincerebbe del tutto gli investigatori, che non escludono l’ipotesi della morte violenta, in particolare per soffocamento. Massimo riserbo degli inquirenti sulle indagini, che stanno cercando di fare luce su una vicenda che presenta ancora diversi punti oscuri.