Un terremoto giudiziario scuote la politica salentina. Tre comuni coinvolti ed altrettanti sindaci arrestati nel corso di una vasta operazione condotta, all’alba di questa mattina, dai militari della Guardia di Finanza. Dieci le persone raggiunte da ordinanza di custodia cautelare (in carcere e ai domiciliari), emessa dal GIP di Lecce, Stefano Sala, su richiesta della Procura. Sei invece le altre misure interdittive per reati contro la Pubblica Amministrazione e appalti pubblici truccati.
In manette sono finiti, tra gli altri, il sindaco di Maglie, Ernesto Toma, Salvatore Sales, sindaco di Sanarica e Antonio Rocco Cavallo, sindaco di Ruffano. I primi due si trovano ai domiciliari, il terzo in carcere.
I reati ipotizzati vanno dall’associazione a delinquere alla corruzione, anche elettorale. Contestati a vario titolo anche quelli di falso, turbativa d’asta, truffa e frode in pubbliche forniture.
L’operazione trae origine da una precedente inchiesta della magistratura leccese, condotta dalle Fiamme Gialle. Già nel gennaio scorso, la Procura salentina aveva sottoposto ad interrogatorio preventivo 25 persone.
Secondo l’accusa, tra il 2016 ed il 2022, i politici coinvolti avrebbero ottenuto regali e favori in cambio dell’illegittima assegnazione di appalti (alcuni dei quali finanziati anche con le risorse del PNRR) a due imprenditori. Tra questi Marco Castrignanò, legale rappresentante della Castrignanò Vivai, ritenuto dagli inquirenti una figura centrale del presunto sistema illecito. A lui sarebbero riconducibili diverse imprese, intestate però sulla carta a parenti, dipendenti o prestanome.
Grazie ai suoi legami con la politica e con i funzionari pubblici – sostiene l’accusa – l’uomo sapeva sempre a quali gare d’appalto partecipare e soprattutto come vincerle. In cambio avrebbe garantito, direttamente o indirettamente, soldi, regali oppure favori di vario tipo, come ristrutturazioni, addobbi floreali in occasione di matrimoni, lavori di giardinaggio, oppure sostegno elettorale alle elezioni comunali.