Questa zona della città di Andria non sia terra di nessuno. E’ stato questo l’appello rilanciato dalla Diocesi ed in particolare dal vicario generale don Mimmo Basile, all’indomani dell’ennesimo atto vandalico compiuto nei confronti della Chiesa del Carmine. Un luogo antico inserito nel grande complesso in cui insiste il Seminario Vescovile, la prestigiosa Biblioteca Diocesana e la Chiesa della Madonna dell’Altomare. Un luogo questo di cui ci occupiamo e che è la naturale prosecuzione del servizio di ieri in cui ci siamo occupati di via Eritrea e via Carmine. Qui siamo nella parte alta del grande complesso una zona in preda agli atti vandalici ed in cui, lunedì scorso, un gruppo di adolescenti ha pensato bene di imbrattare direttamente la facciata della Chiesa e non solo.
Un atto da condannare senza se e senza ma su cui indaga la Polizia che con l’aiuto delle immagini di videosorveglianza potrà molto probabilmente risalire agli autori del gesto. Nelle scritte c’è un riferimento ad un club organizzato del tifo andriese che, tuttavia, non ha alcun legame con il gesto ed anzi da tempo è impegnato in attività sociali. Come ci spiega don Mimmo Basile, i rappresentanti del club hanno immediatamente contattato la Diocesi e dato disponibilità per ripulire quelle scritte. Operazione non possibile perché ora sarà la Soprintendenza a dover indicare la via più giusta per cancellare questa bravata.
Ma qui la sensazione è proprio quella di un luogo che non vive in pace con il contesto. Un luogo dove gli sforzi fatti dalla Diocesi per la riqualificazione si sono spesso scontrati con una sensazione diffusa di impunità. Ora serve un patto educativo ed un cambio di passo in quella zona della città che rischia di perdere anche ulteriori presidi di bellezza e legalità.