Cronaca

Bari, ennesima aggressione ai poliziotti nel carcere. Il Sappe: “Chiediamo comitato ordine e sicurezza e una seduta monotematica del Consiglio Comunale”

Non c’è tregua nel carcere di Bari dove nelle ultime ore non sono mancate tensioni. La sera del 27 agosto alcuni detenuti hanno preso a pugni e schiaffi alcuni agenti. A denunciare quanto accaduto è il Sappe, sindacato autonomo della polizia penitenziaria. Tutto sarebbe iniziato dal sequestro di un telefonino avvenuto il giorno prima ad un giovane detenuto foggiano in carcere per spaccio, furti, rapine, giunto nel capoluogo pugliese per motivi di sicurezza. Nel pomeriggio del 27 agosto sempre allo stesso detenuto sarebbe stato sequestrato un altro telefonino, ma in questo caso un gruppo di detenuti, probabilmente baresi, avrebbe accerchiato i poliziotti aggredendoli con pugni. “Tale doppio sequestro – scrive il Sappe in una nota – ci farebbe pensare che il detenuto foggiano sarebbe stato scelto dai ristretti baresi per custodire i telefonini, che avrebbero reagito a ciò aggredendo i poliziotti”. «I detenuti del circuito di media sicurezza potrebbero essere il braccio armato dei più pericolosi appartenenti ai clan ristretti nelle sezioni di alta sicurezza – scrive Federico Pilagatti, presidente nazionale Sappe – che comanderebbero mantenendo però, un apparente comportamento irreprensibile». Considerando questa preoccupazione e. dopo l’ennesima aggressione il Sappe ha chiesto al sindaco di Bari, Vito Leccese, e al Prefetto Francesco Russo, una convocazione del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica e una seduta monotematica del Consiglio comunale. Nel carcere di Bari sono presenti circa 430 detenuti per un capienza regolamentare di 290 posti che si sono ulteriormente ridotti a causa della chiusura della sezione femminile e di alcune stanze non utilizzabili per cui il numero scende a 250, con il sovraffollamento supera il 170%. Di contro ad un organico di circa 320 poliziotti, ce ne sono in servizio meno di 260 da cui defalcare le decine e decine di unità assenti perché́ a disposizione dell’ospedale militare, oppure a causa dello stress provocato dai turni massacranti.

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