L’ombra dei clan sulle attività del Comune di Bari: al momento è solo una ipotesi ma la Prefettura del capoluogo vuole vederci chiaro, dopo l’inchiesta, coordinata dalla DDA, sui presunti rapporti tra criminalità organizzata, affari e politica che, il 26 febbraio scorso, è sfociata in una maxi operazione antimafia, con l’esecuzione di 130 misure cautelari.
I documenti dell’indagine sono stati acquisiti dalla Prefettura, per valutare se sussistano o meno i requisiti per disporre un’ispezione al Comune, con la quale fare luce su eventuali infiltrazioni della malavita a Palazzo di Città. Si tratta di un atto dovuto, dopo il terremoto giudiziario che ha scosso il capoluogo, con decine di arresti “eccellenti” che hanno coinvolto anche il mondo della politica, con l’ombra dei clan sulle elezioni comunali del 2019.
Tra i principali indagati, c’è l’ex consigliere regionale Giacomo Olivieri, finito in carcere, con l’accusa di aver raccolto i voti della criminalità organizzata, in particolare dei clan Parisi-Palermiti, Montani e Strisciuglio, per far eleggere la moglie, Maria Carmen Lorusso, in consiglio comunale. La donna, attualmente ai domiciliari, venne effettivamente eletta ma ha annunciato nei giorni scorsi l’intenzione di dimettersi dalla carica.
All’esame della Prefettura ci sarebbero, in particolare, gli atti che hanno portato all’amministrazione giudiziaria dell’Amtab, la municipalizzata che gestisce il servizio di trasporto pubblico cittadino, all’interno della quale, secondo l’accusa, il clan Parisi avrebbe imposto una sua gerarchia, indirizzando le assunzioni del personale per favorire parenti e amici. Ma non è escluso che sulla scrivania del Prefetto possano finire anche altri documenti legati all’inchiesta.