“Vivo per miracolo”. Lo ripete anche lui, incredulo, dal letto dell’ospedale “Dimiccoli” dov’è ricoverato con tre proiettili alle gambe in attesa dell’intervento dei medici. Giuseppe Di Bari ha visto la morte con i suoi occhi, ieri sera, poco prima delle 20:00, mentre chiudeva il locale sede del “comitato di quartiere 167” di cui è presidente, in via Leonardo da Vinci, alla periferia di Barletta. Un uomo con il volto coperto da un casco integrale e la visiera alzata gli è andato incontro iniziando a sparare colpi di arma da fuoco. Di Bari è riuscito a scappare ma il killer lo ha inseguito continuando ad esplodere sino a sette proiettili dalla sua pistola. Tre hanno colpito la vittima agli arti inferiori, uno alla gamba destra e due alla sinistra. Un agguato in piena regola, tra le gente che a quell’ora frequenta il bar all’angolo con via Paolo Ricci o il panificio dove Di Bari ha trovato rifugio. Due passanti, per evitare il peggio, si sono sdraiati pancia a terra sino a quando non è ritornata la calma. Chi ha sparato non era da solo, un complice lo attendeva in moto in una strada vicina. Sono fuggiti facendo perdere le loro tracce. Questa mattina, vicino all’ingresso del comitato di quartiere 167 erano ancora visibili i fori dei proiettili, sulla strada i segni lasciati dalla Scientifica che ha repertato prove per le indagini. Le telecamere di videosorveglianza presenti nella zona hanno ripreso i momenti dell’agguato e sono al vaglio della Polizia, intervenuta ieri sera insieme ai Carabinieri e alla Polizia Locale. Si scava nella vita della vittima per risalire a killer e mandanti. Giuseppe Di Bari è il presidente di un comitato che da anni si batte per dare voce alla periferia di Barletta, denunciando ogni forma di illegalità e di speculazione edilizia. Gli inquirenti non trascurano alcuna pista, nemmeno l’ipotesi che qualcuno possa aver cercato di zittire le sue battaglie per sempre.
Cronaca
