Cronaca

Confiscati beni per 50 milioni di euro ad un imprenditore molfettese: un impero costruito con la droga

Villa vista mare, appartamenti, barca, quote societarie e conti correnti: un impero milionario quello confiscato dai carabinieri all’imprenditore edile di origini molfettesi Giuseppe Manganelli, già condannato a seguito delle operazioni “Primavera” e “Reset”, relative allo spaccio di droga a Molfetta e nei comuni limitrofi.

Il provvedimento, disposto dalla sesta sezione della Suprema Corte di Cassazione, ha sancito l’inammissibilità del ricorso presentato dai legali difensori dell’uomo, confermando la decisione del Tribunale della Prevenzione di Bari che, nel marzo 2024, aveva emesso il decreto di confisca.     

Secondo l’accusa l’imprenditore, oggi 55enne, avrebbe accumulato un ingente patrimonio grazie ai proventi delle sue attività illecite, in particolare con lo spaccio di sostanze stupefacenti.

Gli accertamenti patrimoniali, avviati dalla Procura di Bari a partire dal gennaio 2020, hanno permesso di ricostruire le acquisizioni immobiliari, le operazioni societarie e le movimentazioni finanziarie riconducibili all’uomo ed alla sua famiglia negli ultimi 20 anni, evidenziando la provenienza illecita dei capitali.

Tra i beni oggetto del provvedimento di confisca figurano 15 fabbricati, tra cui una villa (nella quale l’imprenditore viveva con i suoi familiari), 4 terreni per un’estensione complessiva di 5.000 metri quadri, 4 società specializzate nel settore dell’edilizia, 6 veicoli, un’imbarcazione da diporto, 11 conti correnti e le quote di un fondo di investimento. Valore complessivo: oltre 50 milioni di euro.

Vedi anche

Back to top button