Gli avvocati dei familiari di Michelle Baldassarre, la 55enne trovata carbonizzata nelle campagne di Santeramo in Colle il 9 febbraio scorso, si sono opposti alla richiesta di archiviazione (per suicidio) presentata a luglio dalla Procura di Bari. Per mesi il pm Baldo Pisani ha condotto le indagini sulla morte della donna ipotizzando il reato di istigazione al suicidio a carico di ignoti. L’ipotesi del suicidio, ha scritto il sostituto procuratore nella richiesta di archiviazione, sarebbe “accertata” non solo sulla base dell’autopsia, ma anche dagli “elementi di indagine acquisiti tramite sommarie informazioni” e dalle conversazioni dei familiari della vittima, pienamente convinti che la donna – trovata carbonizzata e con un coltello conficcato nel torace – “abbia compiuto un insano gesto da sola”. I legali delle figlie e delle sorelle della vittima, Michele Laforgia e Maria Pia Vigilante, si sono opposti richiedendo ulteriori indagini. Tra le richieste degli avvocati anche l’acquisizione della copia forense del cellulare del marito, Vito Passalacqua, attualmente sotto processo per i maltrattamenti a danno della ex moglie per i quali è ai domiciliari da dicembre 2022. Giovedì 28 settembre si è svolta a Bari un’udienza del processo (in abbreviato) in cui è imputato Passalacqua che verrà ascoltato in aula il 2 novembre. In udienza la gup Susanna De Felice ha acquisito alcuni documenti su richiesta delle parti, alcuni dei quali già presenti nel fascicolo sulla morte della donna: la perizia psichiatrica svolta (postuma) sulla vittima, un’osservazione di parte sulla perizia stessa fatta da un consulente dei suoi familiari, l’autopsia e il contenuto delle chat tra il padre e le figlie negli anni dal 2015 al 2022.
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