Sarà sottoposto ad una nuova perizia psichiatrica Giuseppe Lacarpia, il 65enne accusato di aver ucciso la moglie, Maria Arcangela Turturo, di 60 anni, nella notte tra il 5 e il 6 ottobre, a Gravina in Puglia.
Il sostituto procuratore Ileana Ramundo ha incaricato il professor Roberto Catanesi, ordinario di Psicopatologia forense presso la facoltà di Medicina dell’Università di Bari, di dare un giudizio sulle condizioni dell’indagato.
L’esame valuterà in particolare tre aspetti: la capacità dell’uomo di intendere e di volere al momento del fatto, la sua pericolosità sociale e la capacità di stare in giudizio, visto che, già alcuni mesi fa, era stato ritenuto incapace di prendere parte coscientemente ad un altro processo.
Il 65enne verrà visitato in carcere dal perito, che prenderà in considerazione anche la documentazione medica preesistente, che attesta l’insorgenza di demenza senile e Alzheimer in fase iniziale. Il risultato della consulenza dovrà essere depositato entro 70 giorni.
Lacarpia è ancora rinchiuso nel carcere di Bari: è accusato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dal legame di parentela. Secondo l’ipotesi dell’accusa, l’uomo avrebbe prima dato fuoco all’auto con dentro la moglie, nel tentativo di simulare un incidente stradale. Poi, quando la donna è riuscita ad uscire dalla macchina, l’avrebbe immobilizzata a terra con il peso del suo corpo, facendole pressione sul torace.
La vittima è morta per arresto cardiaco poco dopo il suo arrivo all’Ospedale di Altamura, non prima di aver rivelato ad un poliziotto ed alla figlia che il marito aveva cercato di ucciderla.
L’uomo ha sempre respinto questa accusa dichiarando, nel corso dell’interrogatorio di garanzia, di aver avuto davvero un incidente e di aver trascinato la moglie fuori dal veicolo in fiamme, per poi cercare di rianimarla.