La Procura di Lecce ha concluso le indagini sull’omicidio del 46enne Silvano Nestola, il maresciallo dei Carabinieri in pensione, ucciso con quattro colpi di fucile, la sera del 3 maggio scorso a Copertino, in provincia di Lecce. L’unico indagato per il delitto resta il 71enne Michele Aportone, di San Donaci, nel Brindisino, arrestato a novembre.
Chiesta invece l’archiviazione per la moglie di quest’ultimo, Rossella Manieri, che era indagata in stato di libertà.
L’uomo è accusato di omicidio volontario aggravato da futili motivi. In base all’ipotesi accusatoria, sostenuta dai pm Paola Guglielmi e Alberto Santacatterina, l’omicidio sarebbe maturato nell’ambito di dissidi familiari. Aportone e ancora più sua moglie osteggiavano a lungo la relazione tra la loro figlia Elisabetta e Silvano Nestola. Per questo l’indagato avrebbe deciso di eliminare l’ex militare, premeditando da tempo il delitto ed eseguendo un piano di azione molto elaborato, come si legge nelle carte della Procura leccese.
Ad incastrare Aportone sono stati gli accertamenti condotti sugli spostamenti dell’uomo, proprio la sera del delitto, con un furgone e uno scooter, poi ritrovato bruciato.
Nestola venne ucciso davanti all’abitazione della sorella. Dopo aver cenato con lei, l’uomo stava per salire a bordo della sua auto, per fare ritorno a casa, quando è stato raggiunto da quattro colpi di fucile calibro 12 sotto gli occhi del figlio di 11 anni.