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Cronaca

Fabbrica della droga a Bitonto, 43 richieste di condanna per esponenti del clan Conte. Chiesti 20 anni per il presunto boss

Piovono richieste di condanne sui presunti esponenti del clan Conte, di Bitonto, sodalizio criminale accusato di aver creato una fabbrica della droga alla periferia della città bitontina, la cosiddetta “zona 167”, e nel centro storico. La Procura di Bari ha chiesto 43 condanne, a pene comprese fra 20 anni e due anni e due mesi di reclusione. Nello specifico le accuse sono a vario titolo di associazione mafiosa. Gli indagati sono ritenuti figure di spicco di un’organizzazione finalizzata al compimento di una serie di reati. La pena più alta, venti anni di reclusione, è stata chiesta per Domenico Conte, ritenuto i boss dell’omonimo clan. La Procura ha chiesto venti anni di reclusione anche per Mario D’Elia, Francesco Bonasia, Damiano Giordano e Giovanni Palmieri. I 43 indagati sono stati arrestati a febbraio scorso nella maxioperazione antimafia della Polizia di Stato che ha visto il coinvolgimento di oltre 300 agenti e che ha permesso di smantellare l’attività illegale di due noti clan: quello dei “Conte” di Bitonto e Capriati di Bari. Indagini avviate a settembre del 2017 dopo l’omicidio dell’innocente Anna Rosa Tarantino proprio nel centro storico di Bitonto, dove si verificarono diversi scontri armati tra i clan rivali Conte e Cipriano. Una vera e propria azienda composta da diversi profili che ricevevano lo stipendio: dai 300 ai 500 euro per le vedette, 1000 euro agli spacciatori, 1500 euro alle guardie armate dislocate sui tetti che difendevano la roccaforte dalle altre organizzazioni criminali, 1500 euro al responsabile della piazza di spaccio che riceveva anche un bonus mensile fino a 5 mila euro, oltre ai custodi della droga, custodi del denaro, corrieri e referenti per la contabilità. Il gruppo criminale si riforniva di stupefacenti, circa 30-40 kg al mese tra cocaina, hashish e marijuana, da importanti grossisti di Terlizzi e dei quartieri Madonella e Japigia di Bari, assicurandosi introiti dai 20 ai 30 mila euro al giorno.

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