Avrebbe riassunto in maniera poco fedele il verbale, trascritto nel settembre del 2014, di alcune persone informate sui fatti nell’ambito dell’inchiesta “Sistema Trani” che provocò un vero e proprio terremoto nella politica tranese. Con questa accusa è stato condannato in primo grado a 3 anni e 9 mesi di reclusione l’ex pm di Trani e Bari Michele Ruggiero. L’ex magistrato è stato condannato con l’accusa di falso. Il giudice del Tribunale di Lecce, in seduta monocratica, ha deciso per una condanna anche superiore alle richieste della pubblica accusa che con il pm Simona Rizzo aveva chiesto una condanna a 3 anni e mezzo. Nella sentenza c’è anche l’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni ed il risarcimento dei danni patrimoniali e non patrimoniali delle due parti civili costituite e cioè il funzionario comunale Sergio De Feudis e l’ex vicesindaco di Trani Giuseppe Di Marzio per il quale però Ruggiero dovrà versare una provvisionale immediatamente esecutiva di 20mila euro. Il CSM ha sospeso l’ex pm di Trani per due anni dopo una condanna definitiva arrivata a gennaio del 2023 a sei mesi di reclusione per tentata violenza privata ai danni di alcuni testimoni sempre nell’ambito dell’inchiesta “Sistema Trani”. In questo caso, nell’ottobre 2015, l’ex pm di Trani assieme ad un suo collega avrebbe fatto particolari pressioni su tre testimoni dell’inchiesta per costringerli ad ammettere di essere al corrente del pagamento di tangenti all’ex comandante della polizia municipale di Trani, Antonio Modugno, nella fornitura di photored.
Nella condanna di ieri del Tribunale di Lecce, invece, i fatti si riferiscono al 2014 quando vi fu l’arresto del vicesindaco Giuseppe Di Marzio, successivamente assolto, e del funzionario comunale Sergio De Feudis. Entrambi successivamente presentarono un esposto contro il magistrato tranese. De Feudis aveva denunciato Ruggiero per i toni e le pressioni utilizzati nell’escussione di due testimoni. Ma non solo. Il magistrato, secondo l’impostazione accusatoria poi avvallata dal giudice, avrebbe riassunto in maniera poco fedele il verbale di sommarie informazioni di un testimone omettendo le dichiarazioni in cui negava le dazioni di denaro in favore di De Feudis. La seconda denuncia nei confronti del magistrato ricalca nella sostanza la prima: l’ex vicesindaco Di Marzio ha contestato la difformità tra le dichiarazioni effettivamente rese durante l’interrogatorio dal consigliere comunale Corrado e la loro trascrizione poco fedele nel verbale di sommarie informazioni testimoniali. Un fatto non da poco considerando che le parole di Corrado furono poi alla base della richiesta di arresto dello stesso Di Marzio.