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Cronaca

Falso olio “made in Puglia”, attenzione alle truffe sul web: scoperti oltre 200 casi di prodotti contraffatti

Le frodi alimentari conquistano anche il web e a pagare il prezzo più alto, nel vero senso della parola, sono produttori e consumatori. È il caso dell’olio extravergine d’oliva pugliese, sempre più al centro delle truffe su Internet.

È quanto emerge da un’analisi fatta da Coldiretti Puglia, sulla base di un report dell’Istituto Repressione Frodi del Ministero delle Politiche Agricole, e divulgata in occasione della firma, tra Governo ed il colosso commerciale Amazon, di un accordo volto a garantire tutela e promozione dell’agroalimentare di qualità certificata sulla piattaforma on line.  

In base a quanto emerso dai controlli effettuati sul web, tra le truffe sul falso “Made in Italy”, quella relativa alle brutte copie dell’olio pugliese è una delle più gettonate sui portali on line, con ben 263 casi di oli tarocchi smascherati sui siti internet.

Numeri alla mano sono stati scovati complessivamente 177 casi di frode per prodotti con la dicitura “olio di Puglia”, 52 casi per olio Dauno e 34 per “Terra di Bari”, oltre a 15 casi di false lenticchie di Altamura, in cui vengono rievocate – denuncia Coldiretti –  anche le indicazioni comunitarie, approfittando del netto aumento degli acquisti familiari relativi ai prodotti che riportano la Puglia in etichetta.

Dunque la soluzione è quella di tenere gli occhi ben aperti, moltiplicando i controlli, l’unica arma in grado di scoprire le truffe.

La contraffazione, la falsificazione e l’imitazione del Made in Italy alimentare nel mondo – informa Coldiretti Puglia – supera per fatturato i 100 miliardi di euro, con quasi due prodotti apparentemente italiani su tre in vendita sul mercato internazionale.

Tra questi, i prodotti pugliesi, con particolare riferimento a quelli agricoli, sono tra i più falsificati. Un fenomeno criminale definito da un termine specifico: “agropirateria”. “Si sviluppa – conclude Coldiretti –  attraverso la vendita, le importazioni, la manipolazione e la trasformazione di prodotti agricoli di dubbia qualità e provenienza, che giungono nel nostro Paese e diventano “Made in Puglia” e “Made in Italy”, fregiandosi in modo fraudolento dell’immagine che accompagna, nel mondo, le produzioni di questo territorio”.

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